da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe
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sabato 9 dicembre 2017
HOP FROG di Edgar Allan Poe
Non ho conosciuto mai nessuno che più del re fosse portato alla beffa. Pareva non vivesse che per scherzare. Il modo più sicuro per ottenere i suoi favori era di narrare una storia buffa e raccontarla bene. Così avvenne che i suoi sette ministri si distinguevano tutti per i loro talenti di buffone, e non erano da meno del re tanto nell'adiposa corpulenza del fisico quanto nell'attitudine impareggiabile agli scherzi. Se la gente ingrassi con le buffonate, e se nel grasso sia qualcosa che predispone alla buffonata, non sono mai riuscito a determinare; sta di fatto però che un buffone magro è "rara avis in terra". Continua
da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe
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venerdì 24 novembre 2017
LA BOTTE DI AMONTILLADO di Edgar Allan Poe
Avevo sopportato come meglio avevo potuto le mille offese di Fortunato. Ma quando egli si spinse sino ad insultarmi giurai vendetta. Voi però che ben conoscete la natura del mio animo non immaginerete certo che io possa avere espresso alcuna minaccia. Mi sarei vendicato col tempo; questo lo avevo ben stabilito, ma la determinazione stessa con la quale avevo deciso di agire precludeva ogni idea di rischio. Non soltanto dovevo punire, ma dovevo farlo senza riportarne danno. Un torto non è riparato, se la punizione ricade sul vendicatore; e rimane ugualmente inespiato, se il vendicatore non riesce a farsi riconoscere da colui che gli ha recato offesa. Continua
da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe
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lunedì 25 settembre 2017
LA VERITA' SUL CASO DI MISTER VALDEMAR di Edgar Allan Poe
Non presumo certo di essere meravigliato che il caso
straordinario del signor Valdemar abbia suscitato discussioni.
Sarebbe un miracolo se, date le circostanze, questo
non fosse avvenuto.
Il desiderio di tutte le parti interessate a tener la cosa segreta, almeno per ora o in attesa di aver altre occasioni d’investigare, e i nostri sforzi per riuscirvi, hanno dato luogo a dicerie monche ed esagerate che, diffondendosi tra il pubblico, sono state causa di molte spiacevoli falsità e, naturalmente, di molto discredito.
Si rende ora necessario che io racconti i fatti, almeno come li capisco io. Eccoli, in succinto. In questi ultimi tre anni, a varie riprese, mi sono sentito attirato dal soggetto del mesmerismo; e circa nove mesi fa a un tratto mi balenò l’idea che, nella serie degli esperimenti fatti sino a oggi, vi fosse una notevolissima e inesplicabile lacuna: finora nessuno era stato magnetizzato “in articulo mortis”. Continua
da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe
Il desiderio di tutte le parti interessate a tener la cosa segreta, almeno per ora o in attesa di aver altre occasioni d’investigare, e i nostri sforzi per riuscirvi, hanno dato luogo a dicerie monche ed esagerate che, diffondendosi tra il pubblico, sono state causa di molte spiacevoli falsità e, naturalmente, di molto discredito.
Si rende ora necessario che io racconti i fatti, almeno come li capisco io. Eccoli, in succinto. In questi ultimi tre anni, a varie riprese, mi sono sentito attirato dal soggetto del mesmerismo; e circa nove mesi fa a un tratto mi balenò l’idea che, nella serie degli esperimenti fatti sino a oggi, vi fosse una notevolissima e inesplicabile lacuna: finora nessuno era stato magnetizzato “in articulo mortis”. Continua
da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe
lunedì 21 agosto 2017
IL DEMONE DELLA PERVERSITA' di Edgar Allan Poe
Nella considerazione delle facoltà e degli impulsi, dei prima mobilia dell'animo umano, i frenologi hanno dimenticato di far posto a un'inclinazione che, sebbene la sua esistenza di sentimento primitivo, radicale, irriducibile, risulti evidente, è sfuggita anche a tutti i moralisti che li hanno preceduti.
Nella pura arroganza della ragione, noi non ce ne siamo accorti.
E abbiamo lasciato che la sua presenza sfuggisse ai nostri sensi, nient'altro che per una incapacità di credere, per un difetto di fede; fosse poi fede nella Rivelazione o fede nella Cabala.
Mai ce n'è venuta l'idea, semplicemente a causa della sua supererogazione.
Non si è visto il bisogno di questo impulso, di questa tendenza. Non se n'è avvertita la necessità. Ammettendo, del resto, che la nozione di questo primum mobile si fosse imposta da sé, non avremmo potuto capire in qual modo essa potesse servire agli scopi dell'umanità, temporali od eterni. Continua
da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe
Nella pura arroganza della ragione, noi non ce ne siamo accorti.
E abbiamo lasciato che la sua presenza sfuggisse ai nostri sensi, nient'altro che per una incapacità di credere, per un difetto di fede; fosse poi fede nella Rivelazione o fede nella Cabala.
Mai ce n'è venuta l'idea, semplicemente a causa della sua supererogazione.
Non si è visto il bisogno di questo impulso, di questa tendenza. Non se n'è avvertita la necessità. Ammettendo, del resto, che la nozione di questo primum mobile si fosse imposta da sé, non avremmo potuto capire in qual modo essa potesse servire agli scopi dell'umanità, temporali od eterni. Continua
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mercoledì 2 agosto 2017
IL SEPPELLIMENTO PREMATURO di Edgar Allan Poe
Vi sono alcuni argomenti d'interesse vivissimo, avvincenti, ma troppo totalitariamente orribili agli scopi di una giustificata invenzione. Da questi il romanziere puro deve astenersi, se non vuole offendere o disgustare. Possono essere trattati giustificatamente solo quando siano santificati e avvalorati dalla severità e dalla maestà del Vero. Noi ci emozioniamo, per esempio, di un'acutissima e "piacevolissima sofferenza" alle descrizioni del passaggio della Beresina, del terremoto di Lisbona, della peste di Londra, del massacro di San Bartolomeo, o della morte per soffocazione dei centoventitré prigionieri nel Black Hole di Calcutta. Continua
da IL SEPPELLIMENTO PREMATURO di Edgar Allan Poe
martedì 6 giugno 2017
LA CASSA OBLUNGA di Edgar Allan Poe
Qualche anno fa mi reci da Charleston, Carolina del Sud, a New York, a bordo del bastimento Indipendence, comandato dal capitano Hardy. Si doveva far vela il quindici del mese ch'era giugno, tempo permettendo; e il quattordici montai a bordo per sistemare certe cose nella mia cabina.
Trovai che si sarebbe stati in molti a viaggiare, compreso un eccezionale numero di donne. Sulla lista dei passeggeri figuravano parecchi nomi nomi di mia conoscenza; e tra essi fui ben lieto di leggere quello di mister Cornelius Wyatt, un giovane artista col quale ero in stretti rapporti d'amicizia. Continua
da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe
Trovai che si sarebbe stati in molti a viaggiare, compreso un eccezionale numero di donne. Sulla lista dei passeggeri figuravano parecchi nomi nomi di mia conoscenza; e tra essi fui ben lieto di leggere quello di mister Cornelius Wyatt, un giovane artista col quale ero in stretti rapporti d'amicizia. Continua
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domenica 28 maggio 2017
IL GATTO NERO di Edgar Allan Poe
Per il racconto stranissimo eppure casalingo che mi metto a stendere per iscritto, non mi aspetto né chiedo di essere creduto. Sarebbe pazzia pretenderlo trattandosi di un caso nel quale i miei sensi rifiutano di prestar fede a loro stessi. Eppure matto non sono; e certissimamente non sogno. Ma domani morirò e oggi vorrei liberarmi l'anima di questo peso. Il mio scopo immediato è di mettere davanti al mondo in maniera chiara, succinta senza commenti, una serie di semplici avvenimenti domestici che nelle loro conseguenze mi hanno terrificato, torturato, annientato. Continua
da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe
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mercoledì 19 aprile 2017
IL CUORE RIVELATORE di Edgar Allan Poe
Sì; è vero – sono nervosissimo, spaventevolmente nervoso – e lo sono stato sempre; ma perché volete pretendere ch’io sia pazzo? La malattia m’ha aguzzato i sensi, ma non li ha distrutti, non li ha ottusi. Più di tutti gli altri, avevo finissimo il senso dell’udito. Ho sentito tutte le cose del cielo e della terra. Ne ho sentite molte dell’inferno. E dite che son pazzo? State attenti! E osservate con quale precisione, con quale calma vi posso raccontare tutta la storia. Continua
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lunedì 6 febbraio 2017
IL POZZO E IL PENDOLO di Edgar Allan Poe
Impia tortorum longos hic turba furores
Sanguinis innocui, non satiata, aluit.
Sospite nunc patria, fracto nunc funeris antro,
Mors ubi dira fuit vita salusque tenent.
(Quartina composta per l'ingresso di un mercato
destinato a essere costruito dove aveva sede
il Circolo dei Giacobini a Parigi.)
Stremato... ero stremato fino alla morte per quella lunga agonia; e quando infine mi slegarono e mi fu permesso di sedermi, mi sentii venir meno. La condanna – la terribile condanna a morte – fu l'ultima frase che mi giunse distintamente alle orecchie. Poi le voci degli inquisitori sembrarono confondersi in un brusio indefinito, come in un sogno. Quel suono mi riportava alla mente l'idea di rivoluzione ma forse solo perché, nella mia fantasia, l'associavo al ritmo di una macina da mulino. Tutto ciò non durò che un istante: subito dopo non udii più nulla. Nondimeno, ancora per qualche attimo, vidi – ma con quale orribile esagerazione! – vidi le labbra dei giudici vestiti di nero. Continua
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sabato 14 gennaio 2017
LA MASCHERA DELLA MORTE ROSSA di Edgar Allan Poe
Per lungo tempo la Morte Rossa aveva spopolato la contrada.
Mai s’era vista una pestilenza tanto orribile, tanto fatale! Il male si attaccava al sangue, e si manifestava in tutto il rosso orrore del sangue. Chiazze purpuree sulla pelle,sulla pelle del volto in ispecie, rendevan le vittime così ripugnanti che venivan fuggite da tutti,lasciate senza conforto né aiuto. Il manifestarsi del male e il suo progredire e risolversi erano in tutto questione d’una mezz’ora. Ma il principe Prospero restava ugualmente felice e dimostrava il proprio coraggio e la propria sagacia. Quando vide che le sue terre s’erano per metà spopolate convocò un migliaio circa dei suoi amici, tutti pieni di vita e di baldanza, scegliendoli tra cavalieri e dame della sua corte, e riparò con essi nel remoto rifugio d’una delle sue abbazie fortificate, ch’era edifizio vasto e magnifico, creazione sua personale, di stile eccentrico e nondimeno grandioso, cinto di spesse ed alte mura nelle quali si aprivano delle porte di ferro.
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martedì 13 dicembre 2016
IL RITRATTO OVALE di Edgar Allan Poe
Il castello del quale il mio domestico, per non farmi passare la notte all’addiaccio, ferito com’ero e senza speranza di aiuto, non aveva esitato un istante a forzare l’ingresso, era una di quelle secolari costruzioni, lugubri e insieme grandiose, che si alzano solitarie e minacciose fra le cime degli Appennini. Tutto, nel suo aspetto, faceva credere che fosse stato abbandonato di recente e non per sempre. Alloggiammo in una delle camere più piccole e meno lussuosamente arredate, situata in una torre remota dell’edificio. La sua decorazione era ricca, ma logora e antica. Continua
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lunedì 24 ottobre 2016
ELEONORA di Edgar Alla Poe
"Sub conservatione formae specicae salva anima".
Raimondo Lullo.
Io appartengo a una stirpe nota per vigore di fantasia e ardore di passione. Gli uomini mi hanno chiamato pazzo; ma ancora non è risolta la questione se la pazzia sia o non sia l'intelligenza più elevata, se molto di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo, non scaturisca da una malattia del pensiero, da umori della mente esaltati a spese dell'intelletto generale. Coloro che sognano a occhi aperti avvertono molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte. Nelle loro grigie visioni essi afferrano squarci d'eternità, e svegliandosi vibrano intimamente allo scoprire di essere stati sul limitare del gran segreto. A tratti, imparano qualcosa della sapienza che riguarda il bene, e qualcosa di più sulla pura conoscenza del male. Continua
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mercoledì 21 settembre 2016
L'UOMO DELLA FOLLA
Ce grand malheur de ne pouvoir être seul.
La Bruyère.
Molto a proposito è stato detto di un libro tedesco: er lasst sich nicht lesen, non si lascia leggere. Vi sono segreti che non si lasciano rivelare. Degli uomini muoiono di notte nei loro letti torcendo le mani degli spettri cui si confessano, con negli occhi uno sguardo di pietà profonda; e altri uomini muoiono avendo la disperazione nel cuore e la gola serrata da convulsioni per l'orrore dei misteri che non vogliono essere rivelati. Continua
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giovedì 8 settembre 2016
UNA DISCESA NEL MAELSTROM
Le vie di Dio, nella Natura come nella
Provvidenza,
non sono le nostre vie, né i
modelli che noi concepiamo
si possono in alcun
modo commisurare con la vastità,
la profondità,
e l’incomprensibilità delle Sue opere,
che
hanno in loro una profondità più grande
del
pozzo di Democrito.
Joseph Glanvill
Avevamo raggiunto il sommo della rupe più elevata. E per qualche momento il vecchio parve troppo esausto per parlare. «Non è passato tanto tempo» disse alla fine «da quando io avrei potuto guidarvi su questa strada come il più giovane dei miei figlioli; ma circa tre anni or sono, mi capitò una avventura quale non è mai toccata a essere umano o almeno a essere che le sia sopravvissuto per raccontarla; e le sei ore di terrore mortale che ho passate allora, mi hanno rovinato anima e corpo. Voi mi credete vecchissimo, ma non lo sono. Ci volle meno di un giorno per farmi diventare bianchi i capelli, per fiaccarmi le membra e scuotermi i nervi così da tremare a ogni più piccolo sforzo, e da aver paura di un’ombra. Lo credereste che quasi non posso guardare giù da questa piccola rupe senza essere preso da vertigine?» Continua
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giovedì 11 agosto 2016
WILLIAM WILSON
Perché chiamare coscienza,
Questo spettro che mi attraversa il cammino?
Chamberlaine, Pharronida
Lasciate che io mi chiami, pel momento, William Wilson. La pagina che mi s'apre bianca dinanzi non dev'essere insudiciata dal mio vero nome il quale è stato troppo spesso oggetto di spregio, d'orrore e d'abominio per la mia famiglia. Non ne hanno forse divulgata l'incomparabile infamia i venti sdegnati, fin nelle più remote contrade del mondo? Ahimè, il più abbandonato fra tutti i proscritti! Non sei tu dunque morto per sempre a questo mondo? Ai suoi onori, ai suoi fiori, alle sue aurate ambizioni? E non s'è forse frapposta per l'eternità, tra le tue speranze e il cielo, una sinistra e spessa nube della quale non è consentito scorgere dove finisca? Continua
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domenica 24 luglio 2016
LA ROVINA DELLA CASA DEGLI USHER
Son coeur est un luth suspendu;
Sitot qu'on le touche il resonne.
– De Beranger
Per tutta una fosca giornata, oscura e sorda, d’autunno, col cielo greve e basso di nuvole, avevo cavalcato da solo traverso a una campagna singolarmente lugubre, fino a che mi trovai, mentre già cadeva l’ombra della sera, in vista della malinconica casa degli Usher. Non so come, ma appena l’ebbi guardata una sensazione d’insopportabile tristezza mi prese l’anima. Insopportabile, dico, già che non le si univa il sentimento poetico e perciò quasi piacevole che accompagna in genere le immagini naturali anche quando siano le più cupe della desolazione e del terrore. Continua
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lunedì 11 luglio 2016
LIGEIA
E in quello è la volontà che non muore.
Chi mai conosce i misteri della volontà col suo vigore?
Poiché Dio è solo una grande volontà che riempie tutte le cose
in ragione del suo proposito. L'uomo non cede agli angeli,
né interamente alla morte, se non per la debolezza della sua minuscola volontà
Joseph Glanvill
Sul mio onore, non mi riesce di ricordarmi come quando e persino dove feci la conoscenza di lady Ligeia. Da allora sono passati molti anni, e il molto soffrire mi ha indebolito la memoria. O, forse, non posso più rievocare ora quei momenti perché, in verità, l'indole della mia amata, il suo raro sapere, il tipo singolare eppur calmo della sua bellezza, e la vibrante, penetrante eloquenza del suo parlare profondo e musicale, si fecero strada nel mio cuore in modo così costante e furtivo ch'io non vi badai e non ne ebbi conoscenza. Continua
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lunedì 20 giugno 2016
SILENZIO Favola
Dormono le cime delle montagne
E le valli, le rupi, le caverne, sono mute.
Alcmane
-Ascoltami- disse il Demonio, posandomi la mano sulla testa.
-Il luogo di cui ti parlo è una lugubre regione della Libia, sulle rive del fiume Zaira, e non conosce riposo, né silenzio.
Le acque del fiume sono d'un malato color zafferano; e non scorrono verso il mare ma in eterno si muovono sotto l'occhio rosso del sole, in un tumultuoso, convulso orgoglio. Su entrambi i lati di questo fiume, dal fondo melmoso, si estendono miglia e miglia d'un pallido deserto di gigantesche ninfee. Continua
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domenica 29 maggio 2016
MORELLA
Se stesso, soltanto da se stesso,
UNO eternamente e singolo.
Platone, Sympos
Per la mia amica Morella, provavo un'affezione profonda, ma singolarissima. Capitato per caso, molti anni or sono, a contatto di lei, l'anima mia, dal primo momento, arse di ardori che non aveva mai conosciuto; ma non erano quelli di Eros, e amara e tormentosa riusciva al mio spirito la crescente convinzione di non potere in alcun modo definire il loro insolito significato o regolare la loro vaga intensità. Continua
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martedì 3 maggio 2016
BERENICE
Dicebant mihi sodales, si sepulchrum amicae visitarem,
curas meas ailiquantulum fore levatas.
Ebn Zaiat
Molteplice è la miseria. E la sventura sulla terra è multiforme. Dominando l'ampio orizzonte come l'arcobaleno, come quello è di colori diversi e distinti, eppur tra loro intimamente fusi. Come l'arcobaleno dominando l'ampio orizzonte! Così, da un esempio di bellezza avrei tratto un tipo di bruttura? Dal simbolo della pace, una similitudine del dolore? Ma allo stesso modo che nell'etica il male è una conseguenza del bene, nella realtà è dalla gioia che nasce il dolore. O la memoria della felicità passata forma l'angoscia presente, o le agonie esistenti originano da estasi che avrebbero potuto esistere. Continua
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