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mercoledì 31 agosto 2016

L'IDOLO SENZA NOME di Howard Phillips Lovecraft

(A Clark Ashton Smith)

1.

Tiw's-Daag
7 Ott. 1930

Caro Klarkash-Ton:
N'ggh-kthn-y'hhu!
Y'kn'nh, Tsathoggua!
E' venuto!
Rendiamo omaggio al Signore Tsathoggua, Padre della Notte!
Gloria al Dio Maggiore, Primogenito dell'Entità Esterna!
Salve, Tu Che Fosti Antico oltre ogni Ricordo
Prima del Grande Cthulhu Generato dalle Stelle!
Potere al Canuto Strisciatore sui funghi di Mu!
Ia! Ia! G'noth-ykagga-ha!
Ia! Ia! Tsathoggua!!!

Il Discepolo di Dagon

da L'IDOLO SENZA NOME  di Howard Phillips Lovecraft




sabato 27 agosto 2016

POLVERE DI LUNA, PROFUMO DI FIENO E MATERIALISMO DIALETTICO

1.
Stava morendo per la Scienza.
Questo era, infatti, un vero e proprio mausoleo della fisica. Tutte le grandi intelligenze delle epoche antiche erano qui cristallizzate nella roccia: Arpalo, Platone, Archimede, Tycho, Longomontanus e Faraday. E, sulla faccia nascosta, una schiera più recente di suoi compatrioti: Kozyrev, Eserski, Pavlov. Un grande onore, quindi, essere il primo a raggiungerli fin li di persona, moderno Ganimede rapito nell'Olimpo. I Big della Matematica

da LA SIGNORA DEGLI SCARAFAGGI di Thomas Michael Dish




lunedì 22 agosto 2016

LA VECCHIA

1.
-Credete nei fantasmi?-, chiesi a Runciman.
Era così difficile trascorrere qualche ora con lui, e per questo, più che per qualsiasi altro motivo, fui costretto a rivolgergli una domanda tanto banale.
Voi forse conoscete i suoi libri - Il Fuggiasco, L'Olmo, Cristallo e Lume di Candela- ma è più probabile che non li conosciate affatto. Runciman rientra in quella categoria di scrittori non di alta levatura i quali, in quest'epoca di immensa superproduzione di libri, riescono ad essere piuttosto costanti e pubblicano ogni autunno il loro romanzo, col quale ottengono elogi e consensi entusiasti da parte di una certa critica. Storie di Fantasmi.

di Hugh Walpole da FANTASMI INGLESI di aa vv




domenica 21 agosto 2016

AL LARGO DI PHILLIPSPORT

La prima scossa fu registrata verso le nove e mezzo, durante l'intervallo del concerto della domenica sera, che Martha non perde mai. Stavano parlando, e io ero in piedi su una sedia, intento a caricare la pendola come faccio sempre a quell'ora. Mi sembrò ad un tratto che la sedia sotto di me cominciasse ad ondeggiare, e poi la pendola uscì dalla nicchia e mi cadde addosso facendomi ruzzolare rovinosamente a terra.

da MOSTRI DEL CIELO E DELLA TERRA di Peter Schuyler Miller




venerdì 19 agosto 2016

STORIA DI ROSENDO JUDREZ

Saranno state le undici di sera; io ero entrato nello spaccio, che adesso è un bar, tra calle Bolivar e calle Venezuela. Da un angolo l'uomo mi fece un cenno. Doveva esserci in lui qualcosa di autoritario, perché gli diedi retta immediatamente. Era seduto a uno dei tavolini; avvertii inspiegabilmente che era lì da un bel pezzo, davanti al suo bicchiere vuoto. Non era né alto né basso; sembrava un onesto artigiano, forse di origini contadine. Continua

da IL MANOSCRITTO DI BRODIE di Jorge Luis Borges




giovedì 18 agosto 2016

IL FUNGO CINESE

Un pomeriggio di un'estate ormai lontana (eravamo nella prima metà degli anni Cinquanta) vidi mia prozia compiere un'operazione che suscitò in me grande meraviglia: stava preparando un tè.
Non è che farsi un tè sia cosa da destare grande stupore; era l'ambiente circostante che rendeva la cosa curiosa. Continua

da NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini




lunedì 15 agosto 2016

LA MORTE VIOLETTA

Il tibetano tacque. La magra figura rimase ancora per qualche istante immobile e poi scomparve tra i folti canneti. Sir Roger Thornton guardava fìsso il fuoco. Se quello non fosse stato un Sanniasi… un penitente… che inoltre andava in pellegrinaggio a Benares, non ci sarebbe stato da credere neppure una parola; ma un Sanniasi non mente, né gli si può mentire. E allora quel perfido e terribile moto convulso del viso dell’asiatico? O era stato tratto in inganno forse dal riflesso del fuoco che si rispecchiava così stranamente negli occhi dei Mongoli? I Tibetani odiano gli europei e tengono gelosamente nascosti i loro segreti magici con i quali sperano di poter annientare gli altezzosi stranieri, quando verrà il gran giorno. Continua

da IL GOLEM E ALTRI RACCONTI di Gustav Meyrink



venerdì 12 agosto 2016

I TOPI

Che ne è degli amici Corio? Che sta accadendo nella loro vecchia villa di campagna, detta la Doganella? Da tempo immemorabile ogni estate mi invitavano per qualche settimana. Quest'anno per la prima volta no. Giovanni mi ha scritto poche righe per scusarsi. Una lettera curiosa, che allude in forma vaga a difficoltà o a dispiaceri familiari; e che non spiega niente.
Quanti giorni lieti ho vissuto in casa loro, nella solitudine dei boschi. Dai vecchi ricordi oggi per la prima volta affiorano dei piccoli fatti che allora mi parvero banali o indifferenti. E all'improvviso si rivelano. Continua

da LA BOUTIQUE DEL MISTERO di Dino Buzzati




giovedì 11 agosto 2016

WILLIAM WILSON

Perché chiamare coscienza,
Questo spettro che mi attraversa il cammino?
Chamberlaine, Pharronida

Lasciate che io mi chiami, pel momento, William Wilson. La pagina che mi s'apre bianca dinanzi non dev'essere insudiciata dal mio vero nome il quale è stato troppo spesso oggetto di spregio, d'orrore e d'abominio per la mia famiglia. Non ne hanno forse divulgata l'incomparabile infamia i venti sdegnati, fin nelle più remote contrade del mondo? Ahimè, il più abbandonato fra tutti i proscritti! Non sei tu dunque morto per sempre a questo mondo? Ai suoi onori, ai suoi fiori, alle sue aurate ambizioni? E non s'è forse frapposta per l'eternità, tra le tue speranze e il cielo, una sinistra e spessa nube della quale non è consentito scorgere dove finisca? Continua

da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe



mercoledì 10 agosto 2016

IL CASO SINGOLARE DI BENJAMIN BUTTON

Fino al 1860, l'optimum era di venire alla luce in casa propria. Attualmente, così mi dicono, i massimi luminari della medicina hanno stabilito che i primi vagiti del neonato debbano essere emessi nell'atmosfera anestetica di un ospedale, possibilmente molto alla moda. Così i giovani coniugi Roger Button prevenirono i tempi di almeno cinquant'anni quando, in un giorno d'estate del 1890, decisero di far nascere il loro primogenito in un ospedale. Continua

da RACCONTI DELL'ETA' DEL JAZZ di Francis Scott Fitzgerald




martedì 9 agosto 2016

LE MORTI CONCENTRICHE

Wade Atsheler è morto - morto di sua mano. Dire che il fatto fosse del tutto inatteso nella combriccola dei suoi amici, sarebbe falso; eppure mai una volta noi intimi prendemmo in considerazione l'idea, se non in modo incomprensibile ed inconscio. Sebbene tale possibilità fosse sempre stata lontana dai nostri pensieri, una volta appresa la disgrazia ci parve d'averla già prevista, di aspettarla da tempo.

da LE MORTI CONCENTRICHE di Jack London




domenica 7 agosto 2016

CASA TROON

Una serie di alte case grigie disposte su una linea curva. Ai loro piedi la vecchia passeggiata, l'argine rovinato che si ergeva contro le ondate alzate dal vento. Casa Troon, più grigia. più desolata delle altre, se ne stava lì, vuota.
Vendesi o Affittasi.
Solitaria.
Bella.
Abbandonata.
Seagate era orgogliosa di Casa Troon. Seagate ne aveva paura.
13 Case Maledette

di George Stroup da LE CASE MALEDETTE di aavv





venerdì 5 agosto 2016

LA DONNA ALTA

Capitolo primo

"Che cosa sappiamo! Amici miei... che cosa sappiamo!" esclamò Gabriel, noto ingeniere di Montes, mettendosi a sedere sotto il pino e presso una fonte, sulla vetta del Guadarrama, a una lega e mezzo dall'Escorial, sul confine tra le Province di Madrid e di Segovia; posto, fonte e pino che conosco e che mi sembra di vedere, ma di cui ho dimenticato il nome. La Mujer Alta

da L'AMICO DELLA MORTE di Pedro Antonio de Alarcòn




giovedì 4 agosto 2016

LA CITTA' DELLA LUCE PENETRANTE

E' per lo più, divertente. Non è sempre stato così, ma lo è ora. Non sembra ci sia limite, a questo piacere. Nuovi orizzonti continuano a schiudersi. Le generazioni più anziane avrebbero difficoltà a capirlo a causa dei vari blocchi psicologici, come l'Etica Protestante del Lavoro e Freud. Ma noi non pensiamo al passato, non più. Berkana

da LA SIGNORA DEGLI SCARAFAGGI di Thomas Michael Dish




mercoledì 3 agosto 2016

IL TRAFORO

Poi arrivava qualcuno che ti regalava il Traforo. Faceva parte della categoria "giochi educativi", e questo avrebbe dovuto metterti sull'avviso, come quando una zia ti annunciava un bel regalo per Natale e invece della pistola Susanna -all'apice dei tuoi desideri più sfrenati- ti ritrovavi con un maglione amorosamente fatto a mano, di dubbi colori e proporzioni, che non solo sostituiva l'arma giocattolo ma che eri anche obbligato ad indossare. Continua

da NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini




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