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lunedì 6 febbraio 2017

IL POZZO E IL PENDOLO di Edgar Allan Poe

Impia tortorum longos hic turba furores
Sanguinis innocui, non satiata, aluit.
Sospite nunc patria, fracto nunc funeris antro,
Mors ubi dira fuit vita salusque tenent.
(Quartina composta per l'ingresso di un mercato
destinato a essere costruito dove aveva sede
il Circolo dei Giacobini a Parigi.)

Stremato... ero stremato fino alla morte per quella lunga agonia; e quando infine mi slegarono e mi fu permesso di sedermi, mi sentii venir meno. La condanna – la terribile condanna a morte – fu l'ultima frase che mi giunse distintamente alle orecchie. Poi le voci degli inquisitori sembrarono confondersi in un brusio indefinito, come in un sogno. Quel suono mi riportava alla mente l'idea di rivoluzione ma forse solo perché, nella mia fantasia, l'associavo al ritmo di una macina da mulino. Tutto ciò non durò che un istante: subito dopo non udii più nulla. Nondimeno, ancora per qualche attimo, vidi – ma con quale orribile esagerazione! – vidi le labbra dei giudici vestiti di nero. Continua

da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe



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