da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
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Visualizzazione post con etichetta I sette messaggeri. Mostra tutti i post
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domenica 9 febbraio 2020
DI NOTTE IN NOTTE di Dino Buzzati
Me n'andavo in ferrovia dalla grande città sul far della sera. Partivo per un lido lontano dove mi attendeva la guerra, partivo e tornavo insieme. Ma sui sipari violetti delle case - che si erano fatte immense e misteriose a causa della notte - splendevano centinaia di lumi, finestre e verande accese. Perché ancora non era cominciata la vera notte regolamentare di guerra, la quale adesso d'agosto ha inizio notoriamente alle ore ventuno. Così io guardavo con tristezza quei lumi, considerando ciò che essi dicevano al mio cuore. Trame
lunedì 13 gennaio 2020
IL SACRILEGIO di Dino Buzzati
Domenico Molo, di 12 anni, figlio del ricco industriale, sedeva nella chiesa, di fianco a un confessionale, preparandosi a dire i suoi peccati.
Era un tepido pomeriggio di primavera e il tempio appariva quasi deserto. L'indomani, per Domenico, sarebbe stato un grande giorno: la Prima Comunione. Oltre alla poetica letizia del rito, che lui, così piccolo, solo confusamente avvertiva, ci sarebbero stati molti regali, una piccola festa in casa.
L'Aldilà di Buzzati
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
Era un tepido pomeriggio di primavera e il tempio appariva quasi deserto. L'indomani, per Domenico, sarebbe stato un grande giorno: la Prima Comunione. Oltre alla poetica letizia del rito, che lui, così piccolo, solo confusamente avvertiva, ci sarebbero stati molti regali, una piccola festa in casa.
L'Aldilà di Buzzati
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
sabato 2 novembre 2019
VECCHIO FACOCERO di Dino Buzzati
Occorre considerare la psicologia del vecchio facocero. Giunto a una certa età, il cinghiale africano spesso è portato a considerare con disdegno le miserie della vita. Le gioie della famiglia si appannano, i facocerini irrequieti e famelici, sempre tra i piedi, divengono un continuo fastidio; e non parliamo della invadente alterigia dei giovanotti ormai fatti, convinti che il mondo e le femmine sia tutto loro.
Adesso lui crede di essersene andato a vivere da solo per impulso spontaneo, di aver raggiunto il vertice della maestà belluina, vuol convicersi di essere felice. Ascoltalo
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
Adesso lui crede di essersene andato a vivere da solo per impulso spontaneo, di aver raggiunto il vertice della maestà belluina, vuol convicersi di essere felice. Ascoltalo
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
sabato 25 maggio 2019
QUANDO L'OMBRA SCENDE di Dino Buzzati
Al ragioniere Sisto Tarra, proprio il giorno in cui venne nominato capo-economo della ditta, capitò uno strano caso. Era un sabato, giornata tiepida con un bellissimo sole e lui si sentiva in felici condizioni di spirito. La mèta sospirata per anni era finalmente raggiunta, in realtà egli poteva dirsi diventato il vero amministratore dell’azienda; ma più che la promozione in se stessa, più che i vantaggi finanziari, lo riempiva di gioia il veder trionfare così il suo sottile lavoro diplomatico per scalzare grado a grado il prestigio del dott. Brozzi, suo predecessore. Per anni, senza soste, era rimasto in agguato per sorprendere i suoi minimi errori, aggravarne le conseguenze, farli risaltare agli occhi dei superiori. E tanto più abile era stato perchè in apparenza aveva sempre poi preso le difese del Brozzi, così da acquistare il volto di uomo generoso e leale. Continua
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
mercoledì 15 maggio 2019
L'UCCISIONE DEL DRAGO di Dino Buzzati
Nel maggio 1902 un contadino del conte Gerol, tale Giosue Longo, che andava spesso a caccia per le montagne, racconto di aver visto in valle Secca una grossa bestiaccia che sembrava un drago. A Palissano, l'ultimo paese della valle, era da secoli leggenda che fra certe aride gole vivesse ancora uno di quei mostri. Ma nessuno l'aveva mai preso sul serio. Questa volta invece l'assennatezza del Longo, la precisione del suo racconto, i particolari dell'avventura più volte ripetuti senza la minima variazione, persuasero che ci dovesse essere qualche cosa di vero e il conte Martino Gerol decise di andare a vedere. Certo egli non pensava a un drago; poteva darsi tuttavia che qualche grosso serpente di specie rara vivesse fra quelle gole disabitate. Continua
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
mercoledì 1 maggio 2019
NOTIZIE FALSE di Dino Buzzati
Reduce dalla battaglia, il reggimento giunse una sera ai sobborghi di Antioco. La guerra in quei giorni si illanguidiva e il nemico invasore era ancora lontano. Si poteva fare una sosta: la truppa, stanchissima, si accampò alle porte della città, sui prati e i feriti furono portati all'ospedale.
Poco lontano dallo stradone, ai piedi di due grandi querce, sorse la grande tenda bianca del comandante, il conte Sergio-Giovanni. Una Tesi Su Buzzati
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
Poco lontano dallo stradone, ai piedi di due grandi querce, sorse la grande tenda bianca del comandante, il conte Sergio-Giovanni. Una Tesi Su Buzzati
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
giovedì 14 febbraio 2019
IL DOLORE NOTTURNO di Dino Buzzati
Verso la periferia, in un quartiere giardino c'era una villetta dei giovani fratelli Giovanni e Carlo Morro, il primo di vent'anni, l'altro di quindici. La villetta era circondata da un piccolo giardino, e, benché nel viale davanti passassero molte automobili, dava una impressione di solitudine.
Quella sera, una tetra sera del tardo inverno, Carlo si mise in letto senza mangiare perché non si sentiva bene. Nella camera era accesa solo una piccola lampada, posta in un angolo, dove Giovanni si sedette a leggere, per tenere compagnia al fratello. Continua
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
Quella sera, una tetra sera del tardo inverno, Carlo si mise in letto senza mangiare perché non si sentiva bene. Nella camera era accesa solo una piccola lampada, posta in un angolo, dove Giovanni si sedette a leggere, per tenere compagnia al fratello. Continua
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
domenica 9 settembre 2018
CEVERE di Dino Buzzati
Ogni sette anni Cèvere risale il fiume con la sua lunga piroga, fino Ila grande ansa, e si ferma presso il paese di Naer a prendere i morti. Questa è la leggenda e i neri della zona ci credono, senza darvi troppa ~ portanza. Non hanno ne curiosità ne paura, così come noi non curiamo nell'alba livida delle nostre città, gli uomini che vengono a portar via le immondizie. Cosicché quasi nessuno tiene conto dei sette anni e calcola il giorno della scadenza.
Cèvere è alto, nero come la notte, ne giovane ne vecchio. Nessuno è riuscito mai a scorgere la sua faccia; certi dicono ch'egli abbia gli occhi di dietro, altri che si copra il volto, alla vista di esseri umani, con una stoffa bianca. Giunge silenzioso con la sua barca, accosta alla riva deserta, scompare nella boscaglia in cerca dei morti. Prima che la notte scenda egli è di ritorno e i defunti siedono a due a due nella grande piroga, impugnando i remi. Lui sta in piedi a prua, con una lunga asta che ogni tanto immerge nell'acqua per rettificare il cammino. Poi essi scompaiono già per il fiume, in direzione del sud, inghiottiti dal buio. Continua
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
Cèvere è alto, nero come la notte, ne giovane ne vecchio. Nessuno è riuscito mai a scorgere la sua faccia; certi dicono ch'egli abbia gli occhi di dietro, altri che si copra il volto, alla vista di esseri umani, con una stoffa bianca. Giunge silenzioso con la sua barca, accosta alla riva deserta, scompare nella boscaglia in cerca dei morti. Prima che la notte scenda egli è di ritorno e i defunti siedono a due a due nella grande piroga, impugnando i remi. Lui sta in piedi a prua, con una lunga asta che ogni tanto immerge nell'acqua per rettificare il cammino. Poi essi scompaiono già per il fiume, in direzione del sud, inghiottiti dal buio. Continua
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
giovedì 6 settembre 2018
IL MEMORIALE di Dino Buzzati
Il contadino Teodoro Berti riuscì a comperare, per interposta persona, il podere detto Praloro, di 21 ettari, dal conte Andrea Petrojanni, suo vecchio padrone, che l'aveva licenziato. Il Berti non era mosso da alcun odio o desiderio di vendetta contro il ricchissimo conte. A lui importava soltanto poter ritornare a Praloro, la campagna dove era nato e vissuto fino ai quarantacinque anni. Il Petrojanni invece si mise in mente che quella fosse una rappresaglia: Teodoro, pensava, si era installato in mezzo alle sue terre come proprietario, da pari a pari, e sarebbe stato origine di un'infinità di fastidi; perciò lo prese ad odiare e ordinò ai dipendenti di non mantenere con lui rapporti. I Diari Di Buzzati
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
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venerdì 29 giugno 2018
L'UOMO CHE SI DAVA ARIE di Dino Buzzati
L'umiltà del dottore Antonio Deroz cominciò a declinare verso la fine dell'anno, quando la stagione secca regnava sul bassopiano con grandissimo sole. Antonio Deroz era nuovo medico dell'ospedale e alla fine febbraio scadeva il suo periodo di prova. Era zelante e preciso ma nessuno l'aveva preso sul serio, forse proprio per la sua aria dimessa di uomo che si sente generalmente inferiore, sempre servizievole, mai seduto se qualcuno era in piedi. Lo vidi parecchie volte, passando per la cittadina, ma non mi ricordo più la sua faccia, per quanto mi sforzi. Continua
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sabato 19 maggio 2018
TEMPORALE SUL FIUME di Dino Buzzati
Le erbe acquatiche, le erbe della riva, i piccoli cespugli di salici e gli alberi grandi videro giungere anche quella domenica di settembre il signore attempato vestito di bianco.
Tanti anni prima - solo i tronchi più vecchi lo ricordano vagamente - uno sconosciuto aveva cominciato a pescare in quell'ansa solitaria del fiume dove le acque sono calme e profonde. Tutte le feste, nelle buone stagioni, tornava puntualmente. Continua
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
Tanti anni prima - solo i tronchi più vecchi lo ricordano vagamente - uno sconosciuto aveva cominciato a pescare in quell'ansa solitaria del fiume dove le acque sono calme e profonde. Tutte le feste, nelle buone stagioni, tornava puntualmente. Continua
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sabato 14 aprile 2018
ELEGANZA MILITARE di Dino Buzzati
All'ora della partenza eravamo pallidi e brutti, non c'era stato tempo di farsi la barba, il bosco si era riempito di nebbia, faceva freddo e si beveva caffè. Davanti a me marciava il tenente Carlo Custoza, commerciante di professione, e con lui il tenente Beppe Molo, della medesima categoria sociale. Non camminavano da militari, non stavano bei diritti, tenevano le mani in tasca.
Le Declinazioni di uno stile fantastico
da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
Le Declinazioni di uno stile fantastico
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sabato 10 marzo 2018
OMBRA DEL SUD di Dino Buzzati
Tra le case pencolanti, le balconate a traforo marce di polvere, gli anditi fetidi, le pareti
calcinate, gli aliti della sozzura annidata in ogni interstizio, sola in mezzo a una via io vidi a Porto
Said (Egitto) una figura strana. Ai lati, lungo i piedi delle case, si muoveva la gente miserabile del
quartiere; e benché a pensarci bene non fosse molta, pareva che la strada ne formicolasse, tanto il
brulichio era uniforme e continuo. Attraverso i veli della polvere e i riverberi abbacinanti del sole,
non riuscivo a fermare l'attenzione su alcuna cosa, come succede nei sogni. Ma poi, proprio nel
mezzo della via (una strada qualsiasi identica alle mille altre, che si perdeva a vista d'occhio in una
prospettiva di baracche fastose e crollanti) proprio nel mezzo, immerso completamente nel sole,
scorsi un uomo, un arabo forse, vestito di una larga palandrana bianca, in testa una specie di
cappuccio - o così mi parve - ugualmente bianco. Camminava lentamente in mezzo alla strada,
come dondolando, quasi stesse cercando qualcosa, o titubasse, o fosse anche un poco storno. Si
andava allontanando tra le buche polverose sempre con quel suo passo d'orso, senza che nessuno
gli badasse e l'insieme suo, in quella strada e in quell'ora, pareva concentrare in sé con
straordinaria intensità tutto il mondo che lo contornava. Continua
daI SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati
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