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martedì 31 gennaio 2017

L'AVAMPOSTO di Howard Phillips Lovecraft

Quando la sera raffredda il giallo fiume,
E l'ombra incede sui sentieri della giungla,
Il Palazzo di Zimbabwe si accende d'un bagliore accecante
Per un grande Re che ha paura di sognare.

Perché egli solo tra tutti gli uomini
Ha calpestato la palude che i serpenti fuggono;
E avanzano verso il tramonto,
E' arrivato alla prateria che si stende oltre.
Poesie Scelte

da L'IDOLO SENZA NOME di Howard Phillips Lovecraft





domenica 29 gennaio 2017

VIRGIN di James Patterson

Il tramonto aveva tinto di un rosso sanguigno l'orizzonte oltre il profilo irregolare dei tetti di South Boston. Gli uccelli appollaiati sui cornicioni sembravano osservare la ragazza che camminava a passo lento sotto di loro.
Kathleen Beavier stava attraversando il lato in ombra della strada, che le appariva tanto sconosciuta e aliena quanto la remota superficie lunare. In realtà, il fatto che quel luogo fosse oscuro e sinistro era esattamente il motivo per cui si trovava lì. Morfologia e Retorica Dell'Anticristo

da VIRGIN di James Patterson




venerdì 27 gennaio 2017

JEMINA, RAGAZZA DI MONTAGNA di Francis Scott Fitzgerald

Una creatura selvaggia

Era notte sulle montagne del Kentucky. Vette selvagge sorgevano da ogni parte. Veloci ruscelli montani scorrevano rapidamente lungo le loro pendici.
Jemina Tantrum era giù al torrente, intenta a distillare whisky nella distilleria della sua famiglia.
Ella era la tipica montanara.
Era scalza. Le mani, largh e capaci, le penzolavano fin sotto le ginocchia. Il volto portava i segni della fatica. Sebbene avesse soltanto sedici anni, da una dozzina almeno manteneva i vecchi genitori, distillando whisky di montagna. Mai letto FSF?

RACCONTI DELL'ETA' DEL JAZZ di Francis Scott Fitzgerald



giovedì 26 gennaio 2017

QUESTIONI OSPEDALIERE di Dino Buzzati

Con lei tra le braccia, tutta grondante sangue, mi infilai di corsa entro il recinto dell'ospedale passando da un cancello secondario ch'era semiaperto. Non so se ci fosse un custode, né se mi vide, né se mi gridò dietro. Nell'ansia che avevo di far presto non udii niente.
Molti padiglioni sorgevano nel vasto giardino. Sempre di corsa mi diressi al più vicino, salii la breve scalinata, fui nell'atrio. Passava un infermiere o qualcuno del genere, vestito d'un camice; e pareva avesse premura. Continua

da LA BOUTIQUE DEL MISTERO di Dino Buzzati




venerdì 20 gennaio 2017

L'EBREO ERRANTE di Dino Coltro

Favoleggiato nei filò dei contadini e nei teatri cittadini, l'Ebreo errante incarna l'uomo che offendendo il Cristo, non trova pace né riposo, condannato a camminare tra le genti fino al giorno del Giudizio. Nessuno gli offre ospitalità; chi lo fa, viene colpito da sventura.
La figura originale è l'ebreo che sulla via del Calvario rifiutò al Cristo sfinito e sanguinante, di sostare un attimo davanti alla sua porta. Cambia nome secondo le regioni, Lou Zuiteran nelle valli Valdesi, Calzolaio errante in Tirolo, ma è sempre lui, un passo dopo l'altro, mai stanco e sempre stanco sulle strade del mondo. La Leggenda

da GNOMI, ANGUANE E BASILISCHI di Dino Coltro



giovedì 19 gennaio 2017

VATHEK di William Beckford

Vathek, nono Califfo della stirpe degli Abbasidi, era figlio di Motassem, e nipote di Harun al-Rascid. Salito al trono nel fiore dell'età, le sue grandi doti facevano sperare ai sudditi un regno lungo e felice. Era d'aspetto avvenente e maestoso, ma, quando andava in collera, uno dei suoi occhi diventava così terribile che non si poteva sostenere lo sguardo, e lo sventurato sul quale quell'occhio si posava cadeva riverso e talvolta moriva all'istante. Sul Vathek di Beckford

da VATHEK di William Beckford




mercoledì 18 gennaio 2017

LE OSTERIE di Francesco Guccini

Ma ce ne sono ancora di osterie?
Da qualche parte in Italia forse si: in Veneto, per esempio, o nella Venezia Giulia, dove ancora, a primavera, aprono, sul Carso, le osmiza, voce slovena che deriva da sem, "otto". Per otto giorni infatti si permette ai contadini di aprire le loro cantine e vendere i prodotti senza imposizione fiscale.
Alla scoperta delle Osmize

da NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini






martedì 17 gennaio 2017

UNO SCONOSCIUTO ALLA PORTA di Wayne Wightman

E così, eccomi di nuovo alla prese con i freak. Il mondo non smette mai di stupirmi quando arriva a mettermi davanti alla porta di casa qualche scarto umano; costui, in particolare, con una faccia simile a un bersaglio per freccette parecchio usato, indossava un cappotto enorme e sudicio e guanti bianchi da giardiniere. Era estate, al primo imbrunire, poche tracce di un tramonto arancione ancora sulle cime degli alberi, e un tordo che cantava dal folto di una siepe di ligustro. Vivo in una zona graziosa, un cambiamento di cui avevo bisogno dal mio precedente affitto in un bilocale dalle finestre sbarrate con ubriachi decorativi sdraiati sui prati. Continua

di Wayne Wightman da MOSTRI DEL CIELO E DELLA TERRA di aa vv



sabato 14 gennaio 2017

LA MASCHERA DELLA MORTE ROSSA di Edgar Allan Poe

Per lungo tempo la Morte Rossa aveva spopolato la contrada. Mai s’era vista una pestilenza tanto orribile, tanto fatale! Il male si attaccava al sangue, e si manifestava in tutto il rosso orrore del sangue. Chiazze purpuree sulla pelle,sulla pelle del volto in ispecie, rendevan le vittime così ripugnanti che venivan fuggite da tutti,lasciate senza conforto né aiuto. Il manifestarsi del male e il suo progredire e risolversi erano in tutto questione d’una mezz’ora. Ma il principe Prospero restava ugualmente felice e dimostrava il proprio coraggio e la propria sagacia. Quando vide che le sue terre s’erano per metà spopolate convocò un migliaio circa dei suoi amici, tutti pieni di vita e di baldanza, scegliendoli tra cavalieri e dame della sua corte, e riparò con essi nel remoto rifugio d’una delle sue abbazie fortificate, ch’era edifizio vasto e magnifico, creazione sua personale, di stile eccentrico e nondimeno grandioso, cinto di spesse ed alte mura nelle quali si aprivano delle porte di ferro.
Continua

da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe



LA SIGNORA ANZIANA di Jorge Luis Borges

Il 14 gennaio 1941 María Justina Rubio de Jáuregui avrebbe compiuto cent'anni. Era l'unica figlia di combattenti della guerra d'Indipendenza che ancora non fosse morta. Il colonnello Mariano Rubio, suo padre, fu quel che senza irriverenza si potrebbe definire un padre della patria minore. Nato nella parrocchia della Merced, figlio di proprietari terrieri della provincia, venne promosso alfiere nell'esercito delle Ande, combatté a Chacabuco, nella disfatta di Cancha Rayada, a Maipú e, due anni dopo, ad Arequipa. Si narra che la vigilia di questa impresa lui e José de Olavarría si scambiarono le spade. Continua

da IL MANOSCRITTO DI BRODIE di Jorge Luis Borges




mercoledì 11 gennaio 2017

IL DUELLO di Jorge Luis Borges

a Juan Osvaldo Viviano

Henry James - la cui opera mi è stata rivelata da una delle mie due protagoniste, la signora Figueroa - non avrebbe forse disdegnato la storia. Le avrebbe dedicato più di cento pagine di ironia e tenerezza, infiorate di dialoghi complicati e scrupolosamente ambigui. E non è escluso che vi avrebbe aggiunto qualche tratto melodrammatico. L'essenziale non avrebbe subìto modificazioni a causa dello scenario diverso: Londra o Boston. Continua

da IL MANOSCRITTO DI BRODIE di Jorge Luis Borges






martedì 10 gennaio 2017

IL LAGO DELL'INCUBO di Howard Phillips Lovecraft

C'è un lago nella lontana Zan,
Aldilà dei soliti rifugi degli uomini,
Dove vaga, solo e in uno stato orrendo,
Uno spirito morto e desolato;
Uno spirito antico ed empio,
Continua

da L'IDOLO SENZA NOME  di Howard Phillips Lovecraft






sabato 7 gennaio 2017

LA CUCCETTA SUPERIORE di Francis Marion Crawford

Qualcuno chiese i sigari. Avevamo chiacchierato a lungo, e la conversazione cominciava a languire; il fumo del tabacco aveva impregnato i pesanti tendaggi, il vino era arrivato fino al cervello, intorpidendolo, ed era chiaro ormai che, se qualcuno non avesse fatto qualcosa per sollevare i nostri spiriti depressi, la riunione sarebbe giunta presto al suo epilogo naturale, e noi -gli ospiti- saremmo tornati a casa in fretta per andare a letto, con ottime probabilità di piombare in un sonno profondo. Una recensione

di Francis Marion Crawford da FANTASMI INGLESI di autori vari






venerdì 6 gennaio 2017

CONIGLI SOTTO LA LUNA di Dino Buzzati

Nel giardino la luna, e quel profumo d'erba e piante che ricorda certe lontanissime mattine (saranno mai esistite?) quando alle prime luci, con gli scarponi e il flobert , si usciva a caccia. Ma adesso c’è la luna quieta, le finestre sono spente, la fontana non getta più: silenzio. Sul prato quattro cinque piccole macchie nere. Ogni tanto si muovono con buffi salti veloci, senza il minimo rumore. All'ombra delle aiole, come aspettando. Sono i conigli. Continua

da LA BOUTIQUE DEL MISTERO di Dino Buzzati





mercoledì 4 gennaio 2017

IL SIGNOR ICKY di Francis Scott Fitzgerald

La scena rappresenta l'esterno di un cottage dell'Issacshire occidentale in un pomeriggio d'agosto disperatamente arcadico. Il signor Icky, bizzarramente vestito con il costume di un contadino elisabettiano, sta potando e cimando tra vasi e piantine. E' un vecchio ben oltre il fiore degli anni, non più giovane. Dal fatto che ha la "erre" moscia e che si è messo distrattamente la giubba al contrario, deduciamo che è o al di sotto o al di sopra delle comuni banalità della vita. Continua

da RACCONTI DELL'ETA' DEL JAZZ  di Francis Scott Fitzgerald




lunedì 2 gennaio 2017

IL SIGNORE DELLE MOSCHE di Vernon Lee

Nel gennaio di un certo anno, Francis Elton stava trascorrendo una vacanza di due settimane in Engadina, quando ricevette un telegramma che annunciava la morte di suo zio Horace Elton e la sua entrata in possesso di una più che sostanziosa proprietà: il telegramma aggiungeva che la cremazione del defunto avrebbe avuto luogo quel giorno stesso e, dato che non gli sarebbe stato possibile presenziare alla cerimonia, non c'era ragione perché si affrettasse a rientrare. Fantagotico

da FANTASMI INGLESI di Vernon Lee





domenica 1 gennaio 2017

LA VERITA', SOLO LA VERITA' di Umberto Eco

Nel corso della campagna elettorale si sono dette molte bugie. Si mente per sintetizzare un pensiero e renderlo più semplice, si mente per fretta, si mente per convinzione (é il caso più tragico, chi mente di fatto non mente, semplicemente dice il falso per carenza di informazione), si mente per vizio. E va bene, chiuso l'argomento, la vita va così un poco dappertutto. Verità Solo Nella Finzione

da LA BUSTINA DI MINERVA di Umberto Eco




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