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giovedì 28 luglio 2016

L'INDEGNO

L'immagine che abbiamo della città è sempre un po' anacronistica. Il caffè è degenerato in bar; l'atrio che ci lasciava intravedere i cortili e la pergola è adesso un indistinto corridoio con in fondo un ascensore. Allo stesso modo, ho creduto per anni che a una certa altezza di calle Talcahuano mi aspettasse la libreria Buenos Aires; una mattina constatai che era stata sostituita da un negozio di antiquariato e mi dissero che il proprietario era morto. Continua

da IL MANOSCRITTO DI BRODIE di Jorge Luis Borges



mercoledì 27 luglio 2016

DOPO LA CADUTA DI KING KONG

La prima metà del film era tetra, grigia e alquanto noiosa. Il signor Howller non ci faceva caso. Dopo tutto, era realismo. Quei tempi erano tetri e grigi. Inoltre, dietro la noia c'era la promessa di qualcosa di enorme, terrificante. L'incedere lento e i misurati movimenti ritualistici degli attori davano la sensazione dell'opera degli dèi. Senza fretta, ma con assoluta padronanza, gli dèi stavano guidando gli eventi verso la crisi ultima.

di Philip José Farmer da MOSTRI DEL CIELO E DELLA TERRA di Autori Vari




domenica 24 luglio 2016

IL GIARDINO DEI SENTIERI CHE SI BIFORCANO

A Victoria Ocampo

A pagina 252 della Storia della Guerra Europea di Lidell Hart si legge che un'offensiva di tredici divisioni britanniche (appoggiate da millequattocento pezzi d'artiglieria) contro la linea Serre-Montauban era stata decisa per il 24 luglio 1916, ma dovette essere ritardata fino alla mattina del 29. Questo ritardo (secondo il capitano Lidell Hart si dovette unicamente alle pioggie torrenziali. I Labirinti di Borges

da FINZIONI di Jorge Luis Borges




LA ROVINA DELLA CASA DEGLI USHER

Son coeur est un luth suspendu;

Sitot qu'on le touche il resonne.
– De Beranger


Per tutta una fosca giornata, oscura e sorda, d’autunno, col cielo greve e basso di nuvole, avevo cavalcato da solo traverso a una campagna singolarmente lugubre, fino a che mi trovai, mentre già cadeva l’ombra della sera, in vista della malinconica casa degli Usher. Non so come, ma appena l’ebbi guardata una sensazione d’insopportabile tristezza mi prese l’anima. Insopportabile, dico, già che non le si univa il sentimento poetico e perciò quasi piacevole che accompagna in genere le immagini naturali anche quando siano le più cupe della desolazione e del terrore. Continua

da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe



sabato 23 luglio 2016

CRONACA DI UNA NOTTE DI PECCATO

Quando incominciano a esplorare internet, quasi tutti vanno subito a connettersi con Playboy e Penthouse. Dopo averlo fatto una volta, e aver richiesto il nudo a piena pagina delle conigliette degli ultimi due o tre mesi, smettono, perché - per grande che sia lo schermo ed eccellente la definizione delle immagini - è più comodo e gratificante acquistare la rivista in edicola. Tuttavia di solito gli amici raccontano di aver intercettato da qualche parte immagini indicibili, e allora uno ci prova, se non altro per dimostrare di essere un buon navigatore. Continua

da LA BUSTINA DI MINERVA di Umberto Eco








IL PETTEGOLEZZO ERA UNA COSA SERIA

Si è svolto le settimane scorse a Urbino, nell'ambito dei consueti simposi estivi di semiotica, un convegno sul pettegolezzo. Ne raccoglieva notizia anche Beniamino Placido su la Repubblica di domenica 23 luglio, con alcune riflessioni sulle quali tornerò alla fine. Continua

da LA BUSTINA DI MINERVA di Umberto Eco


venerdì 22 luglio 2016

FACCIA PERDUTA

Era la fine. Subienkow aveva percorso un lungo itinerario di amarezze e orrori viaggiando come un piccione tra le capitali europee, e qui, piu' lontano che mai, nella parte russa dell'America, la pista si arrestava. Era seduto sulla neve, con le mani legate dietro la schiena, aspettando la tortura. Guardava con curiosità davanti a sé un enorme cosacco, bocconi sulla neve, che ululava per il dolore. Una recensione

da LE MORTI CONCENTRICHE di Jack London




giovedì 21 luglio 2016

L'ESECUZIONE

Un tempo ero il primo medico di Los Amigos.
Naturalmente tutti hanno sentito parlare della centrale elettrica di Los Amigos. La città è estesa, e la circondano decine di cittadine e di villaggi, che ricevono l'energia elettrica dalla stessa centrale, cosicché lavora in grande scala. La gente di Los Amigos dice che è la più grande sulla terra: d'altronde, questa è un'affermazione che noi facciamo per tutto ciò che concerne Los Amigos, tranne che per la la galera e l'indice di mortalità. Questi ultimi due si dice che siano i più piccoli del mondo.

da LA MUMMIA E ALTRI RACCONTI di Arthur Conan Doyle






mercoledì 20 luglio 2016

IL PUNTO NERO

In un pubblico locale incontravo molti anni fa un vecchio signore, persona della massima correttezza e cortesia, che conservava fino allo scrupolo le forme, e del quale non conobbi mai il nome perché in quel ritrovo tutti lo chiamavano "il commendatore". Per il ghiribizzo del caso egli era all'oscuro di questa mia ignoranza ché altrimenti avrebbe fatto subito e in piena regola un'autopresentazione riparatrice; né io, chi sa perché ebbi mai la curiosità di saperne il nome, forse pensando che quel titolo onorifico rappresentasse la più esauriente delle conoscenze e mancanza di rispetto di domandare oltre: una fatica inutile.

di Aldo Palazzeschi da IL PUNTO NERO di Autori Vari





martedì 19 luglio 2016

L'AMICO DELLA MORTE

1. MERITI E VIRTU'

Era un povero ragazzo, alto, magro, pallido, dai miti occhi neri, la fronte spaziosa e le mani più belle del mondo; molto malvestito, di portamento altero, di umore indefinibile...
Aveva diciannove anni e si chiamava Gil Gil. Gil Gil era figlio, nipote, pronipote, discendente, e Dio sa che altro, dei migliori ciabattini della capitale e, quando venne al mondo, provocò la morte di sua madre, Crispina Lopez, i cui genitori, nonni, bisavoli, e trisavoli avevano anch'essi onorato la medesima professione.

da L'AMICO DELLA MORTE di Pedro Antonio de Alarcòn




domenica 17 luglio 2016

IL DIAMANTE GROSSO COME L'HOTEL RITZ

John T. Unger apparteneva a una famiglia che, per parecchie generazioni, era stata assai nota ad Ade, modesta cittadina sul fiume Mississippi. Il padre di John aveva conquistato e conservato il titolo nel campionato di golf dei dilettanti, difendendolo in molte arroventate contese; la signora Unger era nota "dai gironi del vizio a quelli della malavita", come diceva la gente del posto, per i suoi discorsi politici, e il giovane John T. Unger, di sedici anni appena compiuti, prima ancora di mettere i pantaloni lunghi sapeva già ballare tutti i balli più moderni lanciati a New York. Continua

da RACCONTI DELL'ETA' DEL JAZZ di Francis Scott Fitzgerald







venerdì 15 luglio 2016

QUALCOSA ERA SUCCESSO

Il treno aveva percorso solo pochi chilometri (e la strada era lunga, ci saremmo fermati soltanto alla lontanissima stazione d'arrivo, così correndo per dieci ore filate) quando a un passaggio a livello vidi dal finestrino una giovane donna. Fu un caso, potevo guardare tante altre cose invece lo sguardo cadde su di lei che non era bella né di sagoma piacente, non aveva proprio niente di straordinario, chissà perché mi capitava di guardarla. Si era evidentemente appoggiata alla sbarra per godersi la vista del nostro treno, superdirettissimo, espresso del nord, simbolo per quelle popolazioni incolte, di miliardi, vita facile, avventurieri, splendide valige di cuoio, celebrità, dive cinematografiche, una volta al giorno questo meraviglioso spettacolo, e assolutamente gratuito per giunta. Continua

da LA BOUTIQUE DEL MISTERO di Dino Buzzati



giovedì 14 luglio 2016

FUNES, O DELLA MEMORIA

Lo ricordo (io non ho diritto di pronunciare questo verbo sacro, solo un uomo sulla terra ebbe questo diritto e quest’uomo è morto), con una passiflora scura nella mano, vedendola come nessuno l’ha vista, anche se l’avrà guardata dal crepuscolo del giorno a quello della notte, per una vita intera. Lo ricordo, il volto taciturno e da indio e singolarmente remotodietro la sigaretta. Ricordo (credo) le sue mani affilate d’intrecciatore. Ricordo vicino a quelle mani un servizio da matè, con le armi della Banda Orientale; ricordo nella finestra della casa un telo giallo, con un vago paesaggio lacustre.

da FINZIONI di Jorge Luis Borges



mercoledì 13 luglio 2016

IL GOLEM

SONNO
La luce della luna batte in fondo al mio letto. Vi si posa sopra come una pietra enorme bianca e lucente. Man mano che il cerchio della nuova luna si rimpicciolisce, e il suo lato sinistro comincia a svanire -così agisce l'età su un volto umano, lasciando la sua traccia di rughe prima su una delle due guance che si vanno incavando- la mia anima diviene preda di una vaga inquietudine. Essa mi tormenta Continua

da IL GOLEM E ALTRI RACCONTI di Gustav Meyrink




lunedì 11 luglio 2016

LIGEIA

E in quello è la volontà che non muore.
Chi mai conosce i misteri della volontà col suo vigore?
Poiché Dio è solo una grande volontà che riempie tutte le cose
in ragione del suo proposito. L'uomo non cede agli angeli,
né interamente alla morte, se non per la debolezza della sua minuscola volontà
Joseph Glanvill

Sul mio onore, non mi riesce di ricordarmi come quando e persino dove feci la conoscenza di lady Ligeia. Da allora sono passati molti anni, e il molto soffrire mi ha indebolito la memoria. O, forse, non posso più rievocare ora quei momenti perché, in verità, l'indole della mia amata, il suo raro sapere, il tipo singolare eppur calmo della sua bellezza, e la vibrante, penetrante eloquenza del suo parlare profondo e musicale, si fecero strada nel mio cuore in modo così costante e furtivo ch'io non vi badai e non ne ebbi conoscenza. Continua

da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe






domenica 10 luglio 2016

MORDONO

Non c'era un sentiero, ma solo roccia frastagliata, interrotta qua e là da ciuffi di salvia che crescevano stenti sul terreno arido. Poi ancora protuberanze, sporgenze dentellate di pietra nuda, dalla quale talora sporgevano infidi cespugli spinosi, striminziti, che non offrivano alcun appiglio. Bisognava fare affidamento soltanto sui propri muscoli e sul proprio senso dell'equilibrio. Mostri e Leggende Nel Luganese

di Anthony Boucher MOSTRI DEL CIELO E DELLA TERRA di aa vv






mercoledì 6 luglio 2016

PRNDL

"Prendi su ragazza!"
L'ordine fece sussultare Keller. Era stato emesso da una vice gutturale che sembrava uscire dal suo stesso cervello. Keller aveva appena infilato la statale 90, diretto a casa dopo un sabato passato in ufficio. L'orologio del cruscotto segnava le 5,23 del pomeriggio. Si accorse che le nocche si erano sbiancate e con uno sforzo attenuò la presa sul volante. UraniaMania

di Robert Franklin Young da IL PUNTO NERO di autori vari






lunedì 4 luglio 2016

LA LEGGE DELLA VITA

Il vecchio Koskoosh ascoltava tutto avidamente. Benché la sua vista se ne fosse andata da un pezzo, l'udito era ancora fine e il suono più debole raggiungeva la tremolante intelligenza che ancora dimorava dietro la sua fronte avvizzita, ma che ormai non si occupava più delle cose concrete del mondo.  Continua

da LE MORTI CONCENTRICHE di Jack London





domenica 3 luglio 2016

I VESPASIANI

Sorgevano sullo spartitraffico di viali, ombregiati in calura estiva da frondosi platani o, nei mesi autunnali e invernali, lasciavano vedere la loro grazia vagamente art déco sotto le ramaglie rese scheletriche degli accidenti atmosferici.
Oppure erano posti in angoli di remote piazzette di periferia, in vicoletti seminascosti su cui si affacciavano piccole modeste case dai colori tenui, pastello, come fossero immaginati da un poeta crepuscolare o da un pittore amante di tristi meriggi provinciali italiani. Continua

da NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini




venerdì 1 luglio 2016

IL MATCH

Nell' anno 1878, la Guardia Nazionale a Cavallo era accampata nelle vicinanze di Luton. Gli uomini di quel grande accampamento non si preoccupavano di come ci si potesse preparare a fronteggiare la possibilità di una guerra europea ma, cosa assai più importante per loro, si davano da fare per trovare chi potesse gareggiare con il Sergente Maniscalco Burton e resistere contro di lui per dieci interi "rounds". Continua

da LA MUMMIA E ALTRI RACCONTI di Arthur Conan Doyle




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