da LE MORTI CONCENTRICHE di Jack London
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mercoledì 7 settembre 2016
L'OMBRA E IL BALENO
Quando ci ripenso, mi rendo conto della singolarità di questa amicizia. Uno era Lloyd Inwood, alto, snello, meravigliosamente compatto, nervoso e bruno. L'altro Paul Tichlorne, alto, snello, meravigliosamente compatto, nervoso e biondo. Ciascuno era la copia dell'altro, in tutto salvo che nel colore. Lloyd aveva gli occhi neri; Paul blu. Nei momenti di intensa eccitazione il sangue faceva assumere un colorito olivastro al volto di Lloyd, cremisi a quello di Paul. Su Wikipedia
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martedì 9 agosto 2016
LE MORTI CONCENTRICHE
Wade Atsheler è morto - morto di sua mano. Dire che il fatto fosse del tutto inatteso nella combriccola dei suoi amici, sarebbe falso; eppure mai una volta noi intimi prendemmo in considerazione l'idea, se non in modo incomprensibile ed inconscio. Sebbene tale possibilità fosse sempre stata lontana dai nostri pensieri, una volta appresa la disgrazia ci parve d'averla già prevista, di aspettarla da tempo.
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venerdì 22 luglio 2016
FACCIA PERDUTA
Era la fine. Subienkow aveva percorso un lungo itinerario di amarezze e orrori viaggiando come un piccione tra le capitali europee, e qui, piu' lontano che mai, nella parte russa dell'America, la pista si arrestava. Era seduto sulla neve, con le mani legate dietro la schiena, aspettando la tortura. Guardava con curiosità davanti a sé un enorme cosacco, bocconi sulla neve, che ululava per il dolore. Una recensione
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lunedì 4 luglio 2016
LA LEGGE DELLA VITA
Il vecchio Koskoosh ascoltava tutto avidamente. Benché la sua vista se ne fosse andata da un pezzo, l'udito era ancora fine e il suono più debole raggiungeva la tremolante intelligenza che ancora dimorava dietro la sua fronte avvizzita, ma che ormai non si occupava più delle cose concrete del mondo. Continua
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domenica 12 giugno 2016
LA CASA DI MAPUHI
Nonostante la pesantezza della sua lingua goffa, l'Aorai manovrava facilmente nella brezza leggera, e il suo capitano la conduceva ben avanti prima di virare, appena fuori dal risucchio. L'atollo di Hikuero si stendeva basso nell'acqua, un cerchio di sabbia fine di corallo largo un centinaio di metri, con una circonferenza di venti miglia, emergente di un metro, un metro e mezzo dal limite lontano dell'alta marea.
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