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sabato 26 gennaio 2019

LA TRASMIGRAZIONE DI TIMOTHY ARCHER di Philip Kindred Dick

Barefoot tiene i suoi seminari nella sua casa galleggiante di Sausalito. Costa cento dollari scoprire perché siamo su questa Terra. Nel prezzo è compreso anche un sandwich, ma quel giorno non avevo fame. John Lennon era appena stato ucciso, e io pensavo di sapere perché siamo su questa Terra: per scoprire che ciò che ami di più ti verrà rubato, probabilmente più per un errore nelle alte sfere che per un preciso disegno.
Dopo aver fermato la mia Honda Civic nel parcheggio a pagamento, restai ad ascoltare la radio. Tutte le canzoni dei Beatles mai scritte si potevano già sentire su ogni frequenza. Merda, pensai. Mi sembra di essere tornata agli anni Sessanta. Di essere ancora sposata a Jefferson Archer. Continua

da LA TRILOGIA DI VALIS di Philip Kindred Dick





mercoledì 23 gennaio 2019

T.V. ASSASSINS CALIFORNIA di Orson Clark

da Decoder n°3 Milano 1989

Tempi duri questi in California per le reti televisive locali che non si siano ancora dotate di sistemi di trasmissione via cavo o in digitale. Una sorta di virus si sta infatti diffondendo tra quegli hobbisti ed amanti delle trasmissioni via etere che si sentono particolarmente coraggiosi o eclettici o semplicemente spiritosi.
Risultato dell'espansione di questa sindrome sono milioni di dollari andati in fumo per la rescissione di contratti pubblicitari e per la continua perdita di credibilità delle reti televisive stesse.
Il Paradosso Delle Tv Locali

di Orson Clark da CYBERPUNK Antologia




lunedì 21 gennaio 2019

XXXXXXXXXXXX non avete letto male: xxxxxxxxxx di Umberto Eco

E' il giorno di scadenza. L'Espresso aspetta la mia Bustina di Minerva. E io non ho nulla da dire. Ovvero, non ho voglia di dire nulla, farò più fatica che a svolgere un argomento qualsiasi, magari ispirandomi a una notizia di cronaca. Ma mi pare doveroso dire qualcosa in lode all'afasia. Capisco l'obiezione: perché allora non ti rifiuti di mandare la Bustina? Ma perché mi sono impegnato, un giornale vive suoi propri ritmi, la tipografia ha lasciato la pagina libera, se non la mando metto nei guai tanta gente che sta lavorando per far uscire il settimanale. Non posso mancare all'appuntamento. La Bustina On Line

da LA BUSTINA DI MINERVA di Umberto Eco





sabato 19 gennaio 2019

LA STORIA vol.12 L'Età dell'Imperialismo e la I Guerra Mondiale

L'ETA' DELL'IMPERIALISMO: IL QUADRO STORICO

1. il Reich tedesco e la Repubblica Francese

Forte della rapida e completa vittoria sulla Francia conseguita a Sedan (1870), la corona prussiana poté procedere senza intoppi all'unificazione tedesca, che fu proclamata solennemente il 18 gennaio 1871 nella sala degli Specchi della reggia di Versailles, dove Luigi di Baviera proclamò re di Prussia Guglielmo I imperatore (Kaiser) di Germania. Vedi

da LA STORIA vo.12 di Autori Vari



domenica 13 gennaio 2019

IL RAZZO di Dino Buzzati

La moglie Antonietta diceva al prof. Giovanni Holzschnitter, illustre astronomo:
-Giovanni, lascia stare i razzi! Come professore, tu sei un grosso testone, tutti lo riconoscono. Ma sei un disastro nelle cose pratiche. Dove metti le mani, rompi. L'altro giorno hai voluto a tutti i costi aggiustarmi il ferro da stiro. Sai il risultato? Che ne ho dovuto comprare uno nuovo. Te lo ripeto: non impicciarti con i razzi!- Continua

da SIAMO SPIACENTI DI di Dino Buzzati






domenica 6 gennaio 2019

LA BEFANA di Dino Coltro

La Befana rappresenta uno dei personaggi più originali della tradizione popolare italiana, tanto che la sua festa, soppressa anni fa, è sta rimessa nel calendario a furore di popolo. Nel Veneto fa concorrenza a santa Lucia nel cuore dei bambini. Santa Lucia è la santa giovane e splendida di luce (protettrice dei ciechi), la Befana la vecchia decrepita, nera d'abito e scura la faccia grinzosa, con naso adunco, fazolo in testa secondo il costume delle donne contadine. Befana ed Epifania

da GNOMI ANGUANE E BASILISCHI di Dino Coltro



sabato 5 gennaio 2019

BON BON di Edgar Allan Poe

Quand un bon vin meuble mon estomac
Je suis plus savant que Balzac
Plus sage que Pibrac;
Mon bras seul faisant l'attaque
De la nation Cosaque,
La mettroit au sac;
De Charon je passerais le lac
En dorment dans son bac;
J'irois au fier Eac,
Sans que mon coeur fit tic ni tac,
Présenter du tabac.
Vaudeville francese

Che Pierre Bon-Bon fosse un restaurateur di non comuni qualità, nessuno, che durante il regno di… [qualcuno ha pensato Napoleone, ma in realtà più probabilmente – come vedremo – di Luigi XV], frequentasse il piccolo Caffè del cul-de-sac Lefèbvre a Rouen, si sentirà in grado, immagino, di confutare; che Pierre Bon-Bon fosse, in egual grado, versato nella filosofia di quell’epoca, è, a mio vedere, ancor più particolarmente innegabile. I suoi pâtés à la foie erano indubbiamente irreprensibili; ma quale penna può render giustizia ai suoi saggi sur la Nature, ai suoi pensieri sur l’Ame, alle sue osservazioni sur l’Esprit? Se le sue omelettes, se i suoi fricandeaux erano inestimabili, quale littérateur di quel tempo non avrebbe dato, per una “Idée de Bon-Bon” due volte tanto che per le immondizie di tutte le “Idées” di tutti gli altri savants? Bon-Bon aveva saccheggiato biblioteche che nessun altri uomo aveva saccheggiato, aveva letto più di quanto chiunque altro potesse nemmeno sognarsi che si potesse leggere, aveva compreso più di quanto alcun altro concepisse che si potesse comprendere; e benché, mentr’egli fioriva, non mancassero a Rouen alcuni autori, i quali asserivano “che i suoi dicta non rivelavano né la purezza dell’Accademia [di Platone] né la profondità del Liceo [di Aristotele]” – quantunque, badate, le sue dottrine non fossero affatto universalmente comprese, non ne consegue tuttavia ch’esse fossero di difficile comprensione; appunto pel fatto ch’esse erano evidenti di per sé, io penso, molte persone erano indotte a considerarle astruse.

da RACCONTI DEL GROTTESCO di Edgar Allan Poe




martedì 1 gennaio 2019

LA STORIA DI JANSHAH di Richard Francis Burton

-Sappi, fratello, che mio padre era un re chiamato Teghmus, che regnava sul paese di Kabul e sui Banu Shahlan, diecimila capi guerrieri, i quali signoreggiavano ciascuno su cento città murate e cento fortezze; ed era sovrano inoltre di sette principi vassalli, e gli venivano versati tributi da vaste terre fra oriente e occidente. Era giusto ed equo nel suo governo, e Allah l?altissimo gli aveva dato tutto questo e gli aveva concesso quell'immenso impero,ma non gli aveva permesso di avere un figlio (benché questo fosse il suo più grande desiderio) che ereditasse il regno alla sua morte.
La Biblioteca di Babele

da LE MILLE E UNA NOTTE di Richard Francis Burton





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