da LE PRESENZE INVISIBILI di Philip Kindred Dick
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lunedì 15 ottobre 2012
LA MACCHINA SALVAMUSICA
Doc Labyrinth si appoggiò all'indietro sulla sua poltrona di tela, socchiudendo gli occhi con aria triste. Arrotolò la coperta intorno alle ginocchia, -Allora?- dissi. Stavo in piedi accanto al fuoco sotto la graticola, guardandomi le mani. Era una giornata fredda e limpida. Il cielo luminoso di Los Angeles era quasi senza nuvole. Continua
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