Come quando dalla calca cittadina sgomitante e rumorosa troviamo scampo nell'atrio antico di un palazzo, e da lè nel quieto raccoglimento di un museo, mentre in lontananza sfumano gli ultimi clacson e le ultime urla. E ci avviciniamo a un quadro, un paesaggio, un volto, e l'anima nostra, immergendosi in quella silenziosa bellezza, si placa e si dimentica ciò che prima l'aveva ferita, ed è come chiuder dietro di noi la porta di un romitaggio, come lasciare un pianeta per un altro.
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da L'ULTIMA LACRIMA di Stefano Benni
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