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Gli uomini selvatici, detti anche Pilosi, a causa del loro corpo coperto di peli, furono molto popolari nell'Europa medievale e si raffigurano spesso a coppie, maschio e femmina.
Nella tradizione orale, l'Omo selvatico diventa protagonista di molte fiabe, fin dal Cinquecento con lo Strapparola; vive nel profondo dei boschi o solitario sulle nevi, sempre coperto da una folta peluria, con capelli irsuti e lunghi, voce tonante e sguardo cattivo. Bibliotopia
Si parte al mattino, abbiamo preso tutto? Una giterella, signora Lucia, una scappatella fuori porta, arrivederci. Proprio niente di più. Ecco un nuovo ricordino, se permette. Negli anni futuri, perdoni le parole un poco grosse, se frugando nei cassetti lo ritrovasse per caso, si ricordi di noi. Continua
Ho seguito con molta tristezza e civile preoccupazione la trasmissione del processo in cui è stato condannato l'ex assessore Walter Armanini. Come persona dotata di senso morale e rispetto per le garanzie costituzionali, stavo dalla sua parte. Non perché lo ritenessi innocente (non ho motivo di discutere la sentenza) ma perché vedevo il volto di un uomo esposto alla gogna, spiato in ogni piega del labbro o contrazione delle mascelle, esposto al ludibrio di milioni di spettatori. Il Contesto
Il pensiero umano, con le sue infinite varietà, i suoi infiniti gradi, aspetti e conflitti, è forse lo spettacolo più divertente e, insieme, più scoraggiante, del nostro globo terracqueo. E' divertente per via delle sue condizioni e per la pomposità con cui i suoi possessori cercano di analizzare dogmaticamente un cosmo assolutamente sconosciuto e inconoscibile in cui l'umanità intera è solo un atomo transeute e trascurabile; ed è scoraggiante perché proprio per la sua natura, non può mai raggiungere quel grado di unanimità che renderebbe la sua tremenda energia disponibile per il miglioramento della razza. Note su Lovecraft
Ogni anno si compiva l'operazione che andava sotto il nome di letterina di Natale.
Noi ragazzini pre-boom economico (e anche tutte le crisi economiche seguenti) eravamo ragazzini più o meno normali, braghe corte anche d'inverno e ginocchia sbucciate a ogni stagione. Non ci mandavano a nuoto, dal maestro di sci, a danza, a basket, ad arti marziali o a calcio. Continua
da NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini
Noi non ci pensiamo, perché è cosa acquisita ormai, nelle nostre abitudini quotidiane, e quando apriamo un rubinetto non gridiamo di meraviglia nel veder da esso scendere acqua. Soffermiamoci un poco, sulla banalità e la semplicità di compiere tale gesto, perché molti ricordano che non è sempre stato così. Continua
da NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini
Non si sa quanti paesi e contrade d'Italia nascondano un tesoro, tra i ruderi e le rovine di castelli. Folletti, Spiriti e Diavoli ne sono i terribili custodi, protagonisti di anedotti e storie che raccontano le furberie e i tentativi dell'uomo per entrarne in possesso. Il Monaciello
Hacker, secondo l'enciclopedia Meyer, è la definizione per un freak al computer che, tramite il suo personal computer, trova collegamenti o cerca accessi con le banche dati. Secondo il dizionario Oxford hack significa un bel colpo, un trucco riuscito, o un calcio agli stinchi, però significa anche cavallo da soma, mercenario o scribacchino. In relazione al computer la parola venne usata per la prima volta al Massachussetts Institute of Technology di Boston dove, all'inizio degli anni sessanta, venivano definiti con hackers coloro che, con astute strategie, riuscivano trovare accesso al calcolatore della scuola, riservato ai soli professori e collaboratori universitari. Continua
di Thomas Amman e Stephan Stahl da CYBERPUNK ANTOLOGIA di Autori Vari
Non ho conosciuto mai nessuno che più del re fosse portato alla beffa. Pareva non vivesse che per scherzare. Il modo più sicuro per ottenere i suoi favori era di narrare una storia buffa e raccontarla bene. Così avvenne che i suoi sette ministri si distinguevano tutti per i loro talenti di buffone, e non erano da meno del re tanto nell'adiposa corpulenza del fisico quanto nell'attitudine impareggiabile agli scherzi. Se la gente ingrassi con le buffonate, e se nel grasso sia qualcosa che predispone alla buffonata, non sono mai riuscito a determinare; sta di fatto però che un buffone magro è "rara avis in terra". Continua
Ma allora le donne italiane sono cretine o no? Se qualcuno avesse annunciato due mesi fa che, dopo l'assassinio di Falcone e Borsellino l'opinione colta italiana si sarebbe affannata su questo tema, gli avrebbero dato del burlone di cattivo gusto. Eppure sarà profeta Andrea Barbato: tra poco discuteremo se il cretinismo è di destra o di sinistra. Rischiamo di rimanere esclusi dall'Europa, e ci chiediamo se i cretini sono le donne. Continua
La famiglia che abita sopra di noi ha da qualche anno il vento in poppa. L'automobile si ferma alle nove meno un quarto dinanzi alla porta e vi sale l'ingegnere Olofer con una grossa busta in pelle. La signora Olofer esce due ore più tardi con la figlia Lidia, elegantissima. Il figlio, Tony, ve e viene, ormai è abituato all'estero. Sono felici? Continua
Un tempo, nei mesi invernali, le galline misteriosamente smettevano di fare le uova.
Era certamente un loro diritto, si riposavano dalle fatiche primaverili ed estive. Ma com'é che oggi le galline sfornano uova tutto l'anno? Hanno sindacati meno efficienti? Sono pagate di più? Il fatto è che adesso le galline non hanno un attimo di sosta e le uova non mancano mai. Continua
da NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini
1. Tenete ben presente che alla fine non ebbi una vera e propria visione di un qualche orrore. Dire che la causa delle mie deduzioni fu uno sconvolgimento psichico, l'ultimo colpo che mi fece fuggire a precipizio dalla solitaria fattoria degli Akeley, correndo in automobile di notte attraverso le selvagge colline a cupola del Vermont, significava ignorare i semplici fatti della mia esperienza finale. Continua
Di solito, l'Orco è descritto come un Omone grande e grosso, fa paura solo al nominarlo. Il suo nome, infatti, conserva qualcosa dell'antica credenza che lo riteneva custode e signore dell'oscuro mondo dei morti, l'Orcus romano o l'Ade della mitologia greca. La Leggenda
Contrariamente a quello che sostengono i contabili, l'economia non è sempre razionale. Come in un racconto horror di Lovecraft qualcosa di antico, di tribale, continua a riaffiorare da sotto la sua scorza. è l'inconscio delle classi che parla attraverso le nostre azioni. Le scelte individuali sfuggono spesso alla logica dell'utilità marginale, non rispettano la gerarchia dei bisogni, talvolta risultano apertamente incoerenti. La colpa è, tra le altre cose, dell'effetto Veblen. Eschaton
da TEORIA DELLA CLASSE DISAGIATA di Raffaele Alberto Ventura
Avevo sopportato come meglio avevo potuto le mille offese di Fortunato. Ma quando egli si spinse sino ad insultarmi giurai vendetta. Voi però che ben conoscete la natura del mio animo non immaginerete certo che io possa avere espresso alcuna minaccia. Mi sarei vendicato col tempo; questo lo avevo ben stabilito, ma la determinazione stessa con la quale avevo deciso di agire precludeva ogni idea di rischio. Non soltanto dovevo punire, ma dovevo farlo senza riportarne danno. Un torto non è riparato, se la punizione ricade sul vendicatore; e rimane ugualmente inespiato, se il vendicatore non riesce a farsi riconoscere da colui che gli ha recato offesa. Continua da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe
Questo incontro di esperti informatici, provenienti da una dozzina di paesi diversi, ha deciso di riaffermare la necessità di un etica di libertà e di democrazia nel processo di informatizzazione della società e di confrontare le pratiche, gli obiettivi degli hackers di fronte alla repressione.
Chi sono questi hackers? Tre giorni, un ambiente particolare, ci hanno permesso di saperne di più. Continua
di Jean Yves Sparfel da CYBERPUNK Antologia di Autori Vari
1
A tutti i non-nati, a tutti i nascituri, a tutti gli innocenti grumetti di indifferenziata nientità: Alla larga dalla vita!
Io me la sono beccata, la vita. Io mi sono ammalato di vita. Ero anch'io un batuffolo di indifferenziata nientità, e poi, pifff, s'è aperto improvvisamente uno spiraglio, uno spioncino. Luce e rumore si sono riversati dentro il nulla. Delle voci hanno cominciato a descrivere me e il mio ambiente. Non potevo reclamare, contro quello che dicevano, né ricorrere in appello. Continua
1.
Solamente in questi ultimi anni la gente ha smesso di considerare il West una terra nuova. Penso che l'idea abbia messo radici perché la nostra civiltà vi si è insediata da poco tempo; ma oggi gli esploratori scavano sotto la superficie e scoprono interi capitoli di vita che sorse e tramontò fra quelle pianure e tra quelle montagne prima dell'inizio della storia documentata.
Non pensiamo nulla di speciale di un villaggio Pueblo vecchio di 2500 anni, e non ci sentiamo scossi quando gli archeologi situano la cultura sub-pedregal del Messico nel 17.000 o nel 18.000 avanti Cristo. Cthulhu For America
Il telefono suonò poco prima di mezzanotte. Il dottor Carlo Lonati e sua moglie Elsa stavano dormendo. Aveva cominciato a soffiare un vento teso, freddo, piovigginava. Le drizze delle barche a vela ormeggiate nel molo tintinnavano. La donna dormiva sdraiata sul fianco sinistro. Ci vollero tre squilli prima che aprisse gli occhi. Scrutò il buio della stanza, i geometrici giochi della luce dei lampioni sul soffitto. Diede un colpetto di gomito al marito, il dottore russava. Una recensione
"Siamo entrati nell'era dell'ipertesto". Si può avere un dischetto che contiene l'equivalente di una enciclopedia, o l'opera completa di un autore prolifico come san Tommaso, o addirittura un corpus di scrittori. Il vero vantaggio non è quello di poter comprimere una mole enorme di informazione: è che questa informazione non occorre necessariamente "sfilarla" tutta, perché vi si viaggia attraverso, come un ferro da maglia in un gomitolo di lana. Continua
Una credenza, diffusa in tutta Europa, sostiene che i Morti tornano in processione a visitare periodicamente i luoghi della loro passata esistenza. Per alcuni questo ritorno non è altro che una forma di espiazione dei peccati commessi in vita; da noi prevale la credenza che essi tornino alla loro casa per nostalgia, per amore dei loro cari ancora vivi. In Sicilia
Il fatto è che le scarpe (parlo di quelle da uomo) non si potevano rivoltare, come una giacca o un cappotto, ma la preziosità dell'oggetto era di pari valore, se non superiore. Non potevi comprarne un paio nuovo ad ogni mutar di stagione, e le curavi, le tenevi care, le spazzolavi usando lucidi magici e forza di gomito. Un'intervista.
da NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini
Per il famoso certificato andai agli uffici. Nel salone degli sportelli c'erano già cinque lunghe file pressapoco di uguali dimensioni. Scelsi quella che mi pareva più corta. Contai: dinanzi a me stavano 27 persone. Poi mi accorsi che la fila più vicina, sebbene di pari lunghezza, si sarebbe esaurita più rapidamente: questo perché erano appena 22, solo che occupavano più spazio perché grassi o con bagagli. Ma non feci in tempo a traslocare: ai 22 della fila vicina se ne aggiunsero di colpo altri 8, entrati nella sala quasi insieme. Continua
prologo
Domenica 24 ottobre 2004
Un mese prima della Tragedia
Domani, mio cugino Woody entrerà in carcere. Vi passerà i prossimi cinque anni della sua vita.
Sulla strada che conduce dall'aeroporto di Baltimore a Oak Park, il quartiere della sua infanzia dove sto andando a raggiungerlo per il suo ultimo giorno di libertà, lo immagino presentarsi davanti al cancello dell'imponente penitenziario di Chesire, nel Connecticut. Continua
Noi, allora, mica balle, andavamo sulla strada, alzavamo il pollice e, coraggiosi e spavaldi, facevamo l'autostop. Per andare all'avventura, per recarci nei paesi del Nord Europa dove c'erano branchi di bellissime ragazze bionde disinibite. Lasciavamo casa, parenti, amici, le lasagne della mamma e andavamo via, per il gusto di andare via, con l'autostop. Continua
da NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini
Il 16 ottobre 1906 era un martedì. Il Corriere Della Sera, che allora era formato da otto fogli zeppi di notizie per la maggior parte brevi, senza fotografie né titoli di rilievo, costava cinque centesimi ed era diretto da Luigi Albertini, quel giorno non riportava nulla di eclatante, nulla che sarebbe passato alla storia. Il fondo di prima pagina era dedicato al piano di rinnovamento e potenziamento delle forze armate proposto dal ministro della Guerra, mentre tra le altre notizie spiccavano la soppressione degli ufficiali d'ordinanza, lo scandalo del professore di filosofia che si era abbandonato a dichiarazioni antipatriottiche e antimilitariste durante il Congresso socialista, la visita al Museo egizio di Torino da parte del re arrivato in auto da Racconigi, e la partenza del presidente del Consiglio Giolitti per Cavour. Una Biografia
1
Quella notte sognai di tornare nel Cimitero dei Libri Dimenticati. Avevo di nuovo dieci anni e mi svegliavo nella mia vecchia stanza avvertendo che la memoria del viso di mia madre mi aveva abbandonato. Nel modo in cui si sanno le cose nei sogni. sapevo che la colpa era mia e soltanto mia perché non meritavo di ricordarlo e perché non ero stato capace di renderle giustizia.
Dopo un po' entrava mio padre, allarmato dalle mie urla di angoscia. Mio padre, che nel sogno era ancora giovane e aveva tutte le risposte del mondo, mi abbracciava per consolarmi. Poi, quando le prime luci dipingevano una Barcellona di vapore, uscivamo. Mio padre, per qualche motivo che non riuscivo a comprendere, mi accompagnava soltanto fino al portone. Lì mi lasciava la mano e mi faceva capire che quello era un viaggio che dovevo intraprendere da solo. Continua
da IL LABIRINTO DEGLI SPIRITI di Carlos Ruiz Zafón
A distanza di anni, ancora mi domando che cosa si dicevano i due autisti
del furgone scuro mentre trasportavano la mia mamma morta al cimitero
lontano.
Era un viaggio lungo, di oltre trecento chilometri, e benché l'autostrada
fosse sgombra, il nefasto carro procedeva lentamente.
Noi figli seguivamo in
macchina ad un centinaio di metri e il tachimetro oscillava sui
sessanta-settantacinque, forse era perché quei furgoni sono costruiti per
andare lentamente ma io penso che facessero così perché era la regola, quasi
che la velocità fosse una irriverenza ai morti, che assurdità, io avrei invece
giurato che a mia mamma sarebbe piaciuto correre via a centoventi all'ora, la
velocità se non altro l'avrebbe illusa che era il solito spensierato viaggio
estivo per raggiungere la nostra casa di Belluno. Continua
Nel 1925 mi recai nell'Oklahoma, in cerca di tradizioni popolari e di leggende sui serpenti, e ne ritornai con un terrore per questi ultimi che mi perseguiterà per tutto il resto della mia vita. Riconosco che è sciocco, perché esistono spiegazioni naturali per tutto ciò che vidi e udii; mi domina però egualmente. Se non ci fosse stato altro che quella vecchia storia, non sarei rimasto tanto scosso. Il mio lavoro di etnologo specializzato negli indiani d'America mi ha fatto conoscere le leggende più stravaganti, e so anche che i bianchi di animo semplice sono in grado di battere i pellirosse, quando si tratta d'invenzioni fantasiose. Continua
La giornata era grigia, gelida. I cani non riuscivano a fiutare la pista. La grande cagna nera aveva accostato il muso alle orme dell'orso un'unica volta, per poi arretrare di nuovo nel branco, tenendo la coda tra le gambe. I segugi si ammassavano tetramente gli uni contro gli altri sulla riva del fiume, mentre il vento li colpiva con aghi di gelo. Anche Chett lo sentiva pungente nonostante gli strati di lana nera e cuoio trattato. Faceva troppo freddo, sia per gli uomini sia per gli animali. Eppure loro erano là fuori. Continua
da IL TRONO DI SPADE 5° Tempesta Di Spade di George Raymond Richard Martin
-Più lo fai aspettare, peggio sarà per te- l'avvertì Sandor Clegane. Sansa cercò di affrettarsi. Inutile: le sue dita continuarono a impigliarsi tra nodi e bottoni. Il Mastino parlava sempre in tono rude ma, questa volta, nel modo in cui la stava guardando, c'era qualcosa che la riempiva di terrore. Che Joffrey avesse scoperto del suo incontro segreto con ser Dontos? -No, per pietà...No!- invocò silenziosamente nello spazzolarsi i capelli. Ser Dontos era la sua ultima speranza. - Devo essere graziosa. A joff piace che io sia graziosa. E gli piace che indossi quest'abito, e questo colore.- Si passò le mani sul corpetto, spianandone le grinze. Il tessuto le fasciava stretto il busto.
A diciannove anni, Marta si affacciò dalla sommità del grattacielo e, vedendo di sotto la città risplendere nella sera, fu presa dalle vertigini.
Il grattacielo era d’argento, supremo e felice in quella sera bellissima e pura, mentre il vento stirava sottili filamenti di nubi, qua e là, sullo sfondo di un azzurro
assolutamente incredibile. Era infatti l’ora che le città vengono prese dall’ispirazione e chi non è cieco ne resta travolto.
Dall’aereo culmine la ragazza vedeva le strade e le masse dei palazzi contorcersi nel lungo spasimo del tramonto e là dove il bianco delle case finiva,cominciava il blu del mare che visto dall’ alto sembrava in salita. E siccome dall’ oriente avanzavano i velari della notte, la città divenne un dolce abisso brulicante di luci; che palpitava. Continua
Ad Amsterdam, in sede di apertura del congresso, ha dichiarato:
1) i tecnologisti operano delle scelte che pongono dei limiti alle azioni politiche. Questo potere implica una responsabilità che dobbiamo assolutamente assumere col fine di includervi tutti i cittadini.
2)La gerarchia è un mito estremamente potente. Nell'era delle informazioni, il capo è colui che controlla le reti delle informazioni e che esercita quindi la minaccia fisica tramite interposta persona (la polizia). Nessuna organizzazione funziona secondo una stretta gerarchia. Quelle che ben funzionano comportano una messa in moto di reti d'informazione longitudinali e orizzontali attraverso le quali il necessario passaggio informativo si effettua in maniera informale.
Non presumo certo di essere meravigliato che il caso
straordinario del signor Valdemar abbia suscitato discussioni.
Sarebbe un miracolo se, date le circostanze, questo
non fosse avvenuto.
Il desiderio di tutte le parti interessate a tener la cosa
segreta, almeno per ora o in attesa di aver altre occasioni
d’investigare, e i nostri sforzi per riuscirvi, hanno
dato luogo a dicerie monche ed esagerate che, diffondendosi
tra il pubblico, sono state causa di molte spiacevoli
falsità e, naturalmente, di molto discredito.
Si rende ora necessario che io racconti i fatti, almeno
come li capisco io. Eccoli, in succinto.
In questi ultimi tre anni, a varie riprese, mi sono sentito
attirato dal soggetto del mesmerismo; e circa nove mesi fa a un tratto mi balenò l’idea che, nella serie degli
esperimenti fatti sino a oggi, vi fosse una notevolissima
e inesplicabile lacuna: finora nessuno era stato magnetizzato
“in articulo mortis”. Continua
Oggi ci sono i detersivi.
Sono polveri magiche, hanno dentro additivi miracolosi, pozioni chimiche segrete che estraggono lo sporco (anche quello più cattivo, più difficile da estirpare) dalle fibre più intime e lo annientano, lo prendono a schiaffi, lo fanno scomparire. E ogni tanto un detersivo scopre una nuova formula più potente per cui quello vecchio, in confronto, faceva scappare da ridere. Vivi Con Stile
da NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini
PROLOGO
La lunga chioma della cometa lacerava l'alba, un rosso squarcio sanguinante sugli aspri artigli di granito della Roccia del Drago, come una ferita del cielo dalle sfumature cremisi e violette.
Maestro Cressen rimase immobile sulla balconata spazzata dal vento su cui davano le sue stanze. Era là che arrivavano i corvi messaggeri, al termine di un lungo volo. I loro escrementi punteggiavano i doccioni alti dodici piedi che torreggiavano ai lati dell'anziano sapiente: rappresentavano un cerbero e un grifone, due dei minacciosi bassorilievi che incombevano a migliaia dalle mura dell'antica fortezza. Continua
da IL TRONO DI SPADE - Il Regno dei Lupi di George Raymond Richard Martin
Le credenze sulle Anguane (Angane, Agnis, Fane, Vivane ecc. secondo le zone) sono numerose e diffuse sopratutto nell'arco alpino. "A Cortina le Anguane stavano sopra Cadin, montgna che è a nordest del paese. A Lagusin, sotto Loreto Basso, avevano fama di bravissime, famose; persino lavoravano e ricamavano di notte. Vi è qualcuno che conserva fazzoletti ricamati da esse! a Cortina invece si chiama la liscia delle Anguane il bucato mal riuscito, appunto per la loro abitudine di far tutto di notte, il che è impossibile che riesca bene". Una Leggenda
Quando lavoravo nella costruzione della Torre Eiffel, quelli si erano tempi. E non sapevo di essere felice. La costruzione della Torre Eiffel fu una cosa bellissima e molto importante. Oggi voi non potete rendervene conto. Ciò che è oggi la Torre Eiffel ha ben poco a che fare con la realtà di allora. Intanto, le dimensioni. Si è come rattrappita. Io le passo sotto, alzo gli occhi e guardo. Ma stento a riconoscere il mondo dove vissi i più bei giorni della mia vita. I turisti entrano nell'ascensore, salgono alla prima terrazza, salgono alla seconda terrazza, esclamano, ridono, prendono fotografie, girano pellicole a colori. Poveracci, non sanno, non potranno mai sapere. Si legge nelle guide che la Torre Eiffel è alta trecento metri, più venti metri dell'antenna radio. Anche i giornali dell'epoca, prima ancora che cominciassero i lavori, dicevano cosi. E trecento metri al pubblico sembravano già una pazzia. Continua
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SIAMO SU UN ASCENSORE PER L'INFERNO. E STIAMO ANDANDO GIU'
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NEL CYBERSPACE NESSUNO TI PUO' SENTIRE URLARE
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CIBERNETICA, sost. Studio del sistema di controllo e comunicazione negli animali e di dispositivi operanti elettricamente come le macchine da calcolo. (The Concise Oxford Dictionary)
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METROFAGA: UN VIRUS A TECNOLOGIA VIRTUALE ANNIDATO NELLA CULTURA UNDERGROUND DI RESISTENZA.
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Il Portale del cavallo di Vaes Dothrak era costituito da due immani stalloni di bronzo, i cui zoccoli anteriori salivano a incontrarsi in un vertiginoso arco a sesto acuto a cento piedi dal suolo.
Deanerys non riuscì a comprendere per quale ragione la città sacra dei Dothraki avesse un portale, dal momento che non aveva mura e nemmeno edifici visibili. Eppure il portale s’innalzava immenso, bellissimo, e i grandi stalloni incorniciavano la lontana montagna di rocce purpuree che si levava più oltre. I cavalli di bronzo proiettavano lunghe ombre sull’ondeggiante mare d’erba quando khal Drogo, affiancato dai cavalieri di sangue, guidò il khalasar sotto la loro arcata e poi lungo la via degli Dei. Continua
da IL TRONO DI SPADE 2° Il Grande Inverno di George Raymond Richard Martin
1.
Quando un viaggiatore nel Massachusetts del centro-nord, prende la strada sbagliata al bivio del Picco Aylesbury, subito dopo Dean's Corners, entra in un territorio solitario e curioso. Il terreno sale, e i muretti in pietra bordati di rovi si stringono sempre più addosso ai solchi della strada polverosa e tutta curve. Gli alberi delle numerose striscie di bosco sembrano troppo grossi e le erbacce ed i cespugli crescono lussureggianti, come è raro che capiti nelle regioni abitate. Continua
Quanti non hanno pianto sui treni, che uccidevano la poesia dei lunghi viaggi a piedi per la foresta o a cavallo per strade polverose. E poi, ecco i Grandi che hanno saputo parlarci della poesia (talora terribile) dei treni , da Tolstoj a Cendrars, a Butor sino a Montale. E' inutile, si può fantasticare e morire d'amore, di nostalgia, di paura, di eccitazione anche su una nave spaziale. Aforismi sui treni
-Meglio rientrare.- Gared osservò i boschi attorno a loro farsi più oscuri. -I bruti sono morti.-
-Da quando hai paura dei morti?- C'era l'accenno di un sorriso sul volto di ser Waymar Royce.
Gared non raccolse. Era un uomo in età, oltre i cinquanta, e di nobili ne aveva visti andare e venire molti. -Ciò che è morto resta morto- disse -e noi non dovremmo averci niente a che fare.- Il Sito Ufficiale
da IL TRONO DI SPADE 1° - Il Trono di Spade di George Raymond Richard Martin
Una giovane amica ha scoperto qualche tempo fa, frugando nei cassetti della nonna, una risma di carta carbone. Questa amica, dicevo, è giovane, ma non abbastanza per non conoscere la carta carbone e l'uso che se ne faceva. Fosse stata giovanissima avrebbe del tutto ignorato cos'erano e a cosa servivano quegli strani fogli lucidi da una parte e apparentemente impregnati di una curiosa sostanza dall'altra. Perché, con l'avvento delle fotocopiatrici e dei computer, la carta carbone è finita nei cassetti dimenticati, se non gettata via. Basta, finita, oggi non si usa più. Continua
da NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini
Benché io apprezzi l'eleganza nel vestire, non bado, di solito, alla
perfezione o meno con cui sono tagliati gli abiti dei miei simili.
Una sera tuttavia, durante un ricevimento in una casa di Milano, conobbi
un uomo dall'apparente età di quaranta anni, il quale letteralmente
risplendeva per la bellezza, definitiva e pura, del vestito.
Non so chi fosse, lo incontravo per la prima volta, e alla presentazione,
come succede sempre, capire il suo nome fu impossibile. Ma a un certo punto
della sera mi trovai vicino a lui, e si cominciò a discorrere.
Sembrava un
uomo garbato e civile, tuttavia con un alone di tristezza. Forse con esagerata
confidenza - Dio me ne avesse distolto - gli feci i complimenti per la sua
eleganza; e osai perfino chiedergli chi fosse il suo sarto. Continua
Capitolo Primo
Ero a venticinque anni capitano delle guardie del re di Napoli: stavamo molto insieme tra noi commilitoni, e vivevamo come tutti i giovani, cioè, di donne e di gioco, finché restava denaro in borsa; quando non avevamo più altra risorsa passavamo il tempo nei nostri alloggiamenti a filosofare. Una sera, dopo esserci sfibrati in ragionamenti di ogni specie intorno a un fiaschetto di vino di Cipro e a qualche castagna secca, il discorso cadde sulla Cabala e sui cabalisti.
Uno di noi pretendeva che fosse una scienza reale, le cui pratiche fossero cosa certa; quattro fra i più giovani replicavano che si trattava di un mucchio di assurdità, una truffa bella e buona per ingannare i creduloni e far ridere i bambini. Una Recensione
Ancora una volta mi sveglio in piena notte, soffocato dalla calura di fine agosto, e nel ritrovarmi coricato nel letto di questo modesto albergo di Estoril mi sento sopraffatto dall'ansia. Quella domanda, che da anni mi ossessiona, non fa che amplificarsi nella solitudine e nel silenzio notturni, fino a diventare assordante: Riuscirò infine a trovare una risposta? su Fahrenheit
1
Le stelle, prima le meno luminose e poi via via anche le più brillanti, scomparvero nella luce sempre più intensa dell'alba, ma la massa scura della foresta che limitava il campo di granturco trattenne, ancora per un poco, le ombre della notte. Una brezza leggera soffiava dal lago, frusciando tra le foglie tenere del granturco. A poco a poco, verso oriente, la foresta si tinse di una luce verde grigiastra e i tre uomini in attesa nel campo indovinarono, benché non potessero ancora vedrlo, che era sorto il sole. La Trama
Aveva ragione Tina Modotti quando considerando il frutto del suo lavoro di fotografa, in una lettera coglieva il tragico conflitto tra la vita che cambia continuamente e la forma che la fissa immutabile. Come non far propria quella considerazione, ossia: come non cogliere quel tragico conflitto, osservando le fotografie che ritraggono i protagonisti di quella stagione che comunemente chiamiamo del Beat Italiano? La Musica Beat In Italia
da BEAT (Ma Che Colpa Abbiamo Noi) di Roberto Festi e Odoardo Semellini
L'annuncio è apparso probabilmente su Internet ma non so dove, perché mi è stato passato per posta elettronica. E' una pseudoproposta commmerciale che pubblicizza una novità, il Built-in Orderly Organized Knowledge, la cui sigla dà BOOK, ovvero libro.
Niente fili, niente batteria, nessun circuito elettrico, nessun interruttore o bottone, è compatto e portatile, può essere usato anche seduti davanti al caminetto. Continua
Nella considerazione delle facoltà e degli impulsi, dei prima mobilia dell'animo umano, i frenologi hanno dimenticato di far posto a un'inclinazione che, sebbene la sua esistenza di sentimento primitivo, radicale, irriducibile, risulti evidente, è sfuggita anche a tutti i moralisti che li hanno preceduti.
Nella pura arroganza della ragione, noi non ce ne siamo accorti.
E abbiamo lasciato che la sua presenza sfuggisse ai nostri sensi, nient'altro che per una incapacità di credere, per un difetto di fede; fosse poi fede nella Rivelazione o fede nella Cabala.
Mai ce n'è venuta l'idea, semplicemente a causa della sua supererogazione.
Non si è visto il bisogno di questo impulso, di questa tendenza. Non se n'è avvertita la necessità.
Ammettendo, del resto, che la nozione di questo primum mobile si fosse imposta da sé, non avremmo potuto capire in qual modo essa potesse servire agli scopi dell'umanità, temporali od eterni. Continua
Nel giardino della villa Reale la Croce Viola Internazionale organizzò una
grande caccia all'uovo riservata ai bambini minori di dodici anni. Biglietto,
ventimila lire.
Le uova venivano nascoste sotto dei mucchi di fieno. Poi si dava il via. E
tutte le uova che un bambino riusciva a scovare erano sue. Uova di tutti i
generi e dimensioni, di cioccolata, di metallo, di cartone, contenenti oggetti
bellissimi.
Gilda Soso, cameriera a ore, ne sentì parlare in casa Zernatta, dove
lavorava. La signora Zernatta vi avrebbe portato tutti e quattro i suoi bambini,
complessivamente ottantamila lire.
Il posto era scuro, polveroso e perso
Negli intrichi di Antichi vicoli intorno al porto,
Odorose di strane cose portate dagli oceani
E annebbiati da volute di foschia spinte dai venti occidentali,
Piccoli vetri a losanghe, oscurati dal fumo e dal ghiaccio,
Mostravano solo i libri, ammassati come alberi contorti.
Marcivano dal pavimento al soffitto: congerie
Di antico e decaduto sapere a basso costo. Continua
da L'IDOLO SENZA NOME di Howard Phillips Lovecraft
Anche gli avvocati sono stati bambini, immagino...
Charles Lamb
Jem, mio fratello, aveva quasi tredici anni all’epoca in cui si ruppe malamente il gomito sinistro. Quando guarì e gli passarono i timori di dover smettere di giocare a palla ovale, Jem non ci pensò quasi più. Il braccio sinistro gli era rimasto un po' più corto del destro; in piedi o camminando, il dorso della sinistra faceva un angolo retto con il corpo, e il pollice stava parallelo alla coscia, ma a Jem non importava un bel nulla: gli bastava poter continuare a giocare, poter passare o prendere la palla al volo. Continua
L'iconografia rappresenta il dio Silvano con un falcetto nella mano destra e un ramo d'albero, in genere un pino, nella sinistra; vicino a lui, un cane con il muso alto, in attesa di un cenno.
E' il dio rustico delle selve e dei boschi e da lui discendono i Silvani che nelle tradizioni hanno subito notevoli mutazioni. Dai Silvani dei disegni dell'epoca etrusca, minuscoli, con coda e berrettino in testa, fino ai più moderni, sempre piccoli fino a essere invisibili, agili e dispettosi, buttano capelli e ragni nel paiolo dove cuoce la polenta, ne fanno di tutti i colori, come mescolare lo zucchero col sale. Silvano
Il vostro catalogo di libri diabolici e proibiti è veramente impressionante, i soli nomi mi fanno tremare. Ho sentito parlare di uno solo, e si tratta (avrò la fortuna di scrivere quelle temibili parole?) del famigerato Ghorl Nigral di Mulder. Ne ho visto perfino una copia una volta, sebbene non l'abbia mai aperto né letto. Continua
da L'IDOLO SENZA NOME di Howard Phillips Lovecraft
Fino agli anni Quaranta del secolo scorso ( e già dire secolo scorso, per chi ci è vissuto, è cosa che fa pensare e un poco rattrista. Il Duemila era così distante che pareva una data remota e improbabile. Cosa succederà allora? Ci saremo nel futuribile Duemila? Ma adesso che ci siamo, ci rendiamo conto che siamo già nel Duemila?), i carri dei carrettieri (o birrocciai) percorrevano ancora le strade delle periferie cittadine.
Il traffico era scarso, molte biciclette ma pochissime le automobili, tanto che i ragazzi di quei tempi potevano giocare a pallone in mezzo alla strada, spesso non ancora asfaltata. Continua
da NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini
Nei racconti di Conurb Gibson ci traccia un'anticipazione riconoscibile e scrupolosamente estrapolata della nostra società moderna. Un avvenire dalle multiple sfacettature, complesso ed integrato in una visione globale che non deriva più da una formula usurata a base di robots, di astronavi, di imperi galattici, ma dalla biotecnologia, dalla cibernetica e dalle nuove reti di comunicazione derivate dalle nostre tecnologie.
Come ha fatto rimarcare il suo incensore Bruce Sterling:-Nei testi di Gibson, ci si ritrova al livello della strada e dei vicoli ciechi, nel mondo duro e sudicio della sopravvivenza ad ogni costo, dove la tecnologia evoluta è presente come un costante subliminale rumore di fondo.-
(da Phenix n°16 Bruxelles 1989) Continua
di Joel Sauchin da CYBERPUNK ANTOLOGIA di Autori Vari