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sabato 25 maggio 2019

QUANDO L'OMBRA SCENDE di Dino Buzzati

Al ragioniere Sisto Tarra, proprio il giorno in cui venne nominato capo-economo della ditta, capitò uno strano caso. Era un sabato, giornata tiepida con un bellissimo sole e lui si sentiva in felici condizioni di spirito. La mèta sospirata per anni era finalmente raggiunta, in realtà egli poteva dirsi diventato il vero amministratore dell’azienda; ma più che la promozione in se stessa, più che i vantaggi finanziari, lo riempiva di gioia il veder trionfare così il suo sottile lavoro diplomatico per scalzare grado a grado il prestigio del dott. Brozzi, suo predecessore. Per anni, senza soste, era rimasto in agguato per sorprendere i suoi minimi errori, aggravarne le conseguenze, farli risaltare agli occhi dei superiori. E tanto più abile era stato perchè in apparenza aveva sempre poi preso le difese del Brozzi, così da acquistare il volto di uomo generoso e leale. Continua

da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati




mercoledì 15 maggio 2019

L'UCCISIONE DEL DRAGO di Dino Buzzati

Nel maggio 1902 un contadino del conte Gerol, tale Giosue Longo, che andava spesso a caccia per le montagne, racconto di aver visto in valle Secca una grossa bestiaccia che sembrava un drago. A Palissano, l'ultimo paese della valle, era da secoli leggenda che fra certe aride gole vivesse ancora uno di quei mostri. Ma nessuno l'aveva mai preso sul serio. Questa volta invece l'assennatezza del Longo, la precisione del suo racconto, i particolari dell'avventura più volte ripetuti senza la minima variazione, persuasero che ci dovesse essere qualche cosa di vero e il conte Martino Gerol decise di andare a vedere. Certo egli non pensava a un drago; poteva darsi tuttavia che qualche grosso serpente di specie rara vivesse fra quelle gole disabitate. Continua

da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati



sabato 11 maggio 2019

L'ORRORE NEL MUSEO di Howard Phillips Lovecraft

Fu languida curiosità quella che portò Stephen Jones al Rogers’ Museum. Qualcuno gli aveva parlato della bizzarra istituzione sotterranea in Southwark Street, dall’altra parte del fiume, dove erano in mostra statue di cera molto più impressionanti di quelle che si possono ammirare da Madame Tussaud, e un giorno d’aprile Jones aveva fatto una passeggiata da quelle parti per vedere fino a che punto l’avrebbero deluso. Caso strano, non fu deluso affatto. C’era veramente qualcosa di speciale, di diverso, in quel posto. Ovviamente si potevano ammirare le solite banalità truculente: effigi di Landru, del dottor Crippen, Madame Demers, Rizzio, Lady Jane Grey; c’erano gli innumerevoli corpi straziati delle vittime della guerra e della rivoluzione, mostri come Gilles de Rais e il marchese de Sade… ma c’erano anche altre cose, e Jones era rimasto ad ammirarle, senza fiato, fino a quando era suonata la campana di chiusura. L’uomo che aveva messo insieme una collezione del genere non poteva essere il solito ciarlatano. C’era immaginazione, persino una scintilla di genio malato in alcune delle sue creazioni. Continua

da LA MORTE ALATA di Howard Phillips Lovecraft


sabato 4 maggio 2019

LE STELLE DELL'ALDILA' di Gustav Meyrink

Ho sentito raccontare:
Visse un tempo in questa città un vecchio musicista, povero e abbandonato. La camera in cui abitava, dove passava una parte della notte e una parte del giorno, era stretta, tetra, meschina, e situata nel più meschino, stretto e tetro dei quartieri.
Il vecchio non era stato sempre così derelitto. Lui poteva ricordarsi di anni pieni di magnificenza e pompa, anni in cui tutto quanto la terra può offrire di splendido ai più ricchi gli era stato offerto. E quanto di gioia la terra offre ai più lieti gli era stato offerto. E quanto di piaceri e di bellezza la terra offre ai più felici e ai più belli gli era stato offerto. ma un giorno la sua felicità mutò. Citazioni

da FANTASMI TEDESCHI di Gustav Meyrink



mercoledì 1 maggio 2019

NOTIZIE FALSE di Dino Buzzati

Reduce dalla battaglia, il reggimento giunse una sera ai sobborghi di Antioco. La guerra in quei giorni si illanguidiva e il nemico invasore era ancora lontano. Si poteva fare una sosta: la truppa, stanchissima, si accampò alle porte della città, sui prati e i feriti furono portati all'ospedale.
Poco lontano dallo stradone, ai piedi di due grandi querce, sorse la grande tenda bianca del comandante, il conte Sergio-Giovanni. Una Tesi Su Buzzati

da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati



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