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venerdì 30 dicembre 2016

TRACCE DI PAESAGGIO di Francesco Occhi e Augusto Garau

Paesaggio e architettura rurale

L'architettura rurale è uno dei principali elementi di rilievo culturale che si identifica nel paesaggio della pianura veronese e mantovana. Nelle sue forme tradizionali si nota subito che essa è nata da una cultura povera, che sa utilizzare quanto la natura può offrire senza essere eccessivamente deturpata. I manufatti sono realizzati con materiali reperiti sul posto come: legno, sasso, argilla, e le soluzioni tecniche, pur essenziali, sono al tempo stesso funzionali. La Pianura Veronese

TRACCE DI PAESAGGIO di Francesco Occhi e Augusto Garau




mercoledì 28 dicembre 2016

IL FANTASMA di Howard Phillips Lovecraft

Era l'ora innominabile della notte
In cui le illusioni in un nembo delirante
Intorno al silenzioso dormiente, ondeggiano
E si muovono furtive nelle sue visioni inconsce;
Quando il corpo sul suo letto terreno
Si stende come un cadavere disabitato,
Privo dell'anima, che vola libera
In mondi ignoti ai mondi della veglia.

Aforismi

da L'IDOLO SENZA NOME di Howard Phillips Lovecraft




sabato 24 dicembre 2016

RACCONTO DI NATALE di Dino Buzzati

Tetro e ogivale è l'antico palazzo dei vescovi, stillante salnitro dai muri, rimanerci è un supplizio nelle notti d'inverno. E l'adiacente cattedrale è immensa, a girarla tutta non basta la vita, e c'è un tale intrico di cappelle e sacrestie che, dopo secoli di abbandono, ne sono rimaste alcune pressoché inesplorate. Che farà la sera di Natale - ci si domanda - lo scarno arcivescovo tutto solo, mentre la città è in festa? Come potrà vincere la malinconia? Continua

da LA BOUTIQUE DEL MISTERO di Dino Buzzati




giovedì 22 dicembre 2016

I BUONI VECCHI FIUMI di Francesco Guccini

Un tempo, i fiumi, i buoni vecchi fiumi, a volte diventavano cattivi e straripavano.
Succedeva che, o per un acquazzone improvviso e violento, o per piogge incessanti di giorni e giorni, le acque si ingrossassero e il fiume, lutulento e vorticoso, rompeva gli argini e usciva dal suo alveo, provocando allagamenti rovinosi, inondando campi, strade e case, e provocando, anche, la morte di animali, e di uomini. I Vecchi Fiumi

da NUOVO DIZIONARIO DELLE COSE PERDUTE di Francesco Guccini




mercoledì 21 dicembre 2016

IL MANOSCRITTO DI ESAU' CAIRN di Robert Ervin Howard

PREMESSA


Boston, addì 21 dicembre 1938

Prima di consegnare all'editore questo manoscritto, ho riflettuto a lungo, decidendo infine che sarebbe stato mio dovere farlo precedere da un'introduzione onde spiegare i dubbi e le perplessità a cui esso può dare origine. Sulla sua autenticità vi sono, obiettivamente, fondati motivi d'incertezza che io non mi ritengo in grado d'eliminare del tutto: si tratta d'un tomo cucito a mano, rilegato in quella che sembra essere pelle di vitello, nient'affatto speciale in ogni suo aspetto e vergato in comunissimo inchiostro azzurro. Una Scheda

da ALMURIC di Robert Ervin Howard






mercoledì 14 dicembre 2016

LE IMPRONTE di Dino Coltro

Gli esseri fantastici lasciano talvolta, come segno del loro passaggio, delle impronte riferite a parti del corpo.

La Pesta dell'Orco

Le impronte più diffuse sono quelle dell'Orco, dette la Pesta dell'Orco; altre volte, viene scambiata con la Pesta de la Stria, ottenendo un uguale effetto: si continua per un'intera notte a girare sullo stesso luogo, costretti dalle impronte "magiche", riuscendo a uscirne soltanto all'alba quando, al primo canto del gallo "se sfata la magia", svanisce l'effetto magico. Una Recensione

da GNOMI, ANGUANE E BASILISCHI di Dino Coltro




martedì 13 dicembre 2016

IL RITRATTO OVALE di Edgar Allan Poe

Il castello del quale il mio domestico, per non farmi passare la notte all’addiaccio, ferito com’ero e senza speranza di aiuto, non aveva esitato un istante a forzare l’ingresso, era una di quelle secolari costruzioni, lugubri e insieme grandiose, che si alzano solitarie e minacciose fra le cime degli Appennini. Tutto, nel suo aspetto, faceva credere che fosse stato abbandonato di recente e non per sempre. Alloggiammo in una delle camere più piccole e meno lussuosamente arredate, situata in una torre remota dell’edificio. La sua decorazione era ricca, ma logora e antica. Continua

da RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe




lunedì 12 dicembre 2016

Y COME YETI di William Sambrot

Ed Mc Kale si raddrizzò sotto il peso delle macchine fotografiche e di tutta l'attrezzatura, strizzando gli occhi per ripararli dalle raffiche di vento e scrutando con minuziosa attenzione l'infinita distesa di neve e di rocce levigate dal vento. Da due mesi scrutava il paesaggio con minuziosa attenzione, le macchine fotografiche sempre pronte.

di William Sambrot da MOSTRI DEL CIELO E DELLA TERRA di autori vari




domenica 11 dicembre 2016

IL CONQUISTATORE DEL MONDO di René Grousset

I FIGLI DEL LUPO GRIGIO E DELLA CERBIATTA SELVATICA

Lo scenario è uno dei più contrastati e smaglianti dell’Alta Asia, la storia quella di Temüjin, meglio noto come Gengis Khan. Una storia che René Grousset ricostruisce risalendo alle sue remote scaturigini mitiche – l’accoppiamento tra il Lupo Grigio-blu e la Cerbiatta Selvatica, capostipiti di quella che diventerà la «razza di ferro» dei Mongoli – e racconta con ritmo serrato, senza per questo tralasciare alcun dettaglio rivelatore. Assistiamo così alle vicende dell’avo di Temüjin, Qutula, sorta di Eracle mongolo la cui voce rimbomba «come il tuono nelle gole delle montagne», e del padre, Yisügei il Coraggioso, già in lotta con quella corte cinese che tratta i nemici con crudeltà esemplare, impalandoli su asini di legno. Continua 

da IL CONQUISTATORE DEL MONDO di René Grousset




martedì 6 dicembre 2016

OH, FISCHIA, ED IO VERRO' di Montague Rhodes James

"Presumo che ben presto se ne andrà, ora che il trimestre è terminato, Professore",  disse un invitato al Professore di Ontografia, dopo che si erano seduti vicini in occasione di un banchetto organizzato nell'accogliente salone del St. James College.
Il professore era giovane, bello, e ricercato nel parlare.
"Si" disse "i miei amici mi hanno convinto a giocare a golf in questo periodo, per cui penso di recarmi nella Costa Orientale... a Burnstow per la precisione (suppongo che la conosca) per una decina di giorni, a perfezionare il mio gioco. Spero di partire domani stesso. su Wikipedia

di Montague Rhodes James da FANTASMI INGLESI di Autori Vari




domenica 4 dicembre 2016

LE FATE di Dino Coltro

Gli antichi erano convinti che la vita di ogni uomo fosse legata a un destino prefissato dal Fato, una potenza impersonale superiore anche agli dei. Lo stesso Giove ne era soggetto.
E' una credenza che, nonostante l'avvento del Cristianesimo, restò radicata nelle culture moderne, occultata dai nomi Destino, Sorte o Fortuna.

da GNOMI, ANGUANE E BASILISCHI di Dino Coltro






giovedì 1 dicembre 2016

PERDERE LA FACCIA di Lafcadio Hearn

Sulla via Akasaka, a Tokyo, c'è un pendio chiamato Kii-no-kunizaka che vuol dire pendio della Provincia di Kii. Non so perché abbia questo nome. Da un lato il pendio dà su un vecchio fossato, assai largo e profondo, le cui sponde fanno da spalla ai giardini di un edificio. L'altro lato della strada accompagna le mura lunghissime e superbe di un palazzo imperiale. Al tempo in cui non esistevano i lampioni a gas, la sera diventava un luogo diverso. Continua

di Lafcadio Hearn da MOSTRI DEL CIELO E DELLA TERRA di aa vv






L'ALBERO GENEALOGICO di Howard Phillips Lovecraft

(A Frank Belknap Long, dicembre 1927)

Nel fornire al mio collega irlandese un  resoconto della mia vivace e attiva carriera non reputo necessario menzionare sciocchezze insulse come il Satanismo e la neogonofagia... no, né il mio viaggio a Oxus, né la mia visita a Samarcanda, né il come e il perché ho ucciso il sacerdote velato di giallo a Lhasa, quel sacerdote il cui velo di seta gialla sporgeva troppo davanti, nel punto dove verebbe dovuto essere la faccia, e che si muoveva in un modo che non mi piaceva. Il Terrore Cosmico

da L'IDOLO SENZA NOME di Howard Phillips Lovecraft




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