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sabato 29 settembre 2018

ELETTRONICI PSICHEDELICI di Anthony Basset

da Enciclopedia Psichedelica n°3, Londra 1987

Quei luddisti e Hippies degli anni '60 che deridono i fantastici risultati della scienza e della tecnologia moderna dovrebbero capire che i frutti di queste macchine sono nelle mani di soggetti che li usano a sproposito, perché non hanno raggiunto un sufficiente livello di coscienza. Questa è la ragione per cui è estremamente importante che i livelli di coscienza siano accresciuti, per far si che costoro possano essere raggirati ed i fantastici nuovi poteri, resi disponibili, vadano nelle mani di gente la cui coscienza è situata ai livelli appropriati per le nuove responsabilità ed opportunità.
Hippies a Milano

di Anthony Basset da CYBERPUNK Antologia di autori vari



domenica 23 settembre 2018

L'OPUS DEI SMENTISCE CHE IO SIA L'ANTICRISTO! di Umberto Eco

Nella prima settimana di febbraio ero a Parigi per presentare un Cd rom multimediale alla Bibliothèque Nationale, quando ho ricevuto una serie di telefonate di giornalisti italiani che mi chiedevano quale fosse il rapporto tra le enciclopedie ipertestuali e l' Anticristo. Anzi, alcune domande riguardavano i rapporti tra Internet e l' Anticristo, Internet e l' Apocalisse, l' Apocalisse il fatto che io scriva su Golem, Golem e il dischetto ipertestuale (Il Settecento della serie di Encyclomedia) che stavo per presentare e naturalmente tra l' Anticristo e la Bibliothèque Nationale di Parigi.
Anzitutto li ho pregati di fare una distinzione tra Cd rom, ipertesto e Internet perché ci possono essere dei Cd rom che non vanno su Internet, Internet può essere ipertestuale (il Web) oppure no (l' e-mail), e visto che però la differenza non veniva colta bene e si tornava sempre su alcunché di satanico che dovrebbe esserci in tutte queste faccende, ho spiegato che un Cd rom è come un libro, uno può metterci dentro di tutto, così come un editore può pubblicare sia i Vangeli che Mein Kampf, ma non vedevo il nesso. Continua

da LA BUSTINA DI MINERVA di Umberto Eco



domenica 16 settembre 2018

IL DUCA DE L'OMELETTE di Edgar Allan Poe

E passò ad un clima più fresco
Cowper

Keats morì per via di una critica. E chi fu quel tale che morì per via dell'Andromaca? Anime vili! De L'Omelette perì a causa di un ortolano. L'histoire en est brève. Assistimi, spirito di Apicius!
Una gabbia d'oro portò il piccolo vagabondo alato, dalla sua dimora nel lontano Perù, sino a Chaussée d'Antin, tutto languido, dolente e innamorato. Sei pari dell'Impero condussero il felice uccello dalle regali mani della sua padrona La Bellissima a quelle del duca de L'Omelette.
Quella sera il duca cenava solo. Nell'intimità del suo gabinetto particolare si era abbandonato su quell'ottomana per amore della quale mise in gioco la propria devozione offrendo di più del suo re; voglio dire la famosa ottomana di Cader. Una Biografia

da RACCONTI DEL GROTTESCO di Edgar Allan Poe



domenica 9 settembre 2018

CEVERE di Dino Buzzati

Ogni sette anni Cèvere risale il fiume con la sua lunga piroga, fino Ila grande ansa, e si ferma presso il paese di Naer a prendere i morti. Questa è la leggenda e i neri della zona ci credono, senza darvi troppa ~ portanza. Non hanno ne curiosità ne paura, così come noi non curiamo nell'alba livida delle nostre città, gli uomini che vengono a portar via le immondizie. Cosicché quasi nessuno tiene conto dei sette anni e calcola il giorno della scadenza.

Cèvere è alto, nero come la notte, ne giovane ne vecchio. Nessuno è riuscito mai a scorgere la sua faccia; certi dicono ch'egli abbia gli occhi di dietro, altri che si copra il volto, alla vista di esseri umani, con una stoffa bianca. Giunge silenzioso con la sua barca, accosta alla riva deserta, scompare nella boscaglia in cerca dei morti. Prima che la notte scenda egli è di ritorno e i defunti siedono a due a due nella grande piroga, impugnando i remi. Lui sta in piedi a prua, con una lunga asta che ogni tanto immerge nell'acqua per rettificare il cammino. Poi essi scompaiono già per il fiume, in direzione del sud, inghiottiti dal buio. Continua

da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati



giovedì 6 settembre 2018

IL MEMORIALE di Dino Buzzati

Il contadino Teodoro Berti riuscì a comperare, per interposta persona, il podere detto Praloro, di 21 ettari, dal conte Andrea Petrojanni, suo vecchio padrone, che l'aveva licenziato. Il Berti non era mosso da alcun odio o desiderio di vendetta contro il ricchissimo conte. A lui importava soltanto poter ritornare a Praloro, la campagna dove era nato e vissuto fino ai quarantacinque anni. Il Petrojanni invece si mise in mente che quella fosse una rappresaglia: Teodoro, pensava, si era installato in mezzo alle sue terre come proprietario, da pari a pari, e sarebbe stato origine di un'infinità di fastidi; perciò lo prese ad odiare e ordinò ai dipendenti di non mantenere con lui rapporti. I Diari Di Buzzati

da I SETTE MESSAGGERI di Dino Buzzati




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