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mercoledì 22 febbraio 2012
PULCE D'ACQUA
Quella mattina, mentre si radeva accuratamente il cranio fino a farlo diventare lucido, Aaron Tozzo rimuginava pensieri molto penosi. Immaginava i quindici internati di Nachbaren Slager alti ognuno due centimetru, a bordo di un'astronave grossa come il pallone di un bambino. E immaginava questa astronave, che viaggiava alla velocità della luce, mentre proseguiva la sua corsa all'infinito, con i passeggeri completamente ignari della loro sorte.
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