Alle 19.00, ora di bordo, passai tra quelli fermi accanto al pozzo e per gli scalini a mano scesi nella capsula. Ci stava giusto un uomo, con spazio appena sufficiente a muovere i gomiti. Una volta avvitato l'attacco al tubo sulla paratia, la tuta si gonfiò e da quell'istante non potei più fare il minimo movimento. Dritto, anzi sospeso in un cuscino d'aria, facevo corpo con lo scafo.
Alzando gli occhi vidi, attraverso la cupoletta di vetro, le pareti del pozzo e, sopra, la faccia di Moddard. L'angoscia dell'Assoluto
SOLARIS di Stanislaw Lem
Nessun commento:
Posta un commento