Un ragazzo slanciato era inginocchiato nell'oscurità, e il suo corpo pallido riluceva come avorio. Il pavimento di marmo polito era freddo, sotto le sue ginocchia, ma il suo cuore era ancora più freddo della pietra.
In alto, confuso con le ombre, si distingueva appena il soffitto di lapislazzuli, sostenuto da pareti di marmo. Davanti al ragazzo risplendeva un altare dorato, sul quale brillava una grande statua di cristallo: era uno scorpione, lavorato con un'abilità che trascendeva la semplice arte. Iconografia Antiebraica
da IL CICLO DI KULL DI VALUSIA di Robert Ervin Howard
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