da LA BOUTIQUE DEL MISTERO di Dino Buzzati
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mercoledì 14 giugno 2017
RISERVATISSIMA AL SIGNOR DIRETTORE di Dino Buzzati
Signor direttore,
dipende soltanto da lei se questa confessione a cui sono dolorosamente costretto si convertirà nella mia salvezza o nella mia totale vergogna, disonore e rovina. È una lunga storia che non so neppure io come sia riuscito a tenere segreta. Né i miei cari, né i miei amici, né i miei colleghi ne hanno mai avuto il più lontano sospetto. Bisogna tornare indietro di quasi trent’anni. A quell’epoca ero semplice cronista nel giornale che lei adesso dirige. Ero assiduo, volonteroso, diligente, ma non brillavo in alcun modo. Alla sera, quando consegnavo al capocronista i miei brevi resoconti di furti, disgrazie stradali, cerimonie, avevo quasi sempre la mortificazione di vedermeli massacrare; interi periodi tagliati e completamente riscritti, correzioni, cancellature, incastri, interpolazioni di ogni genere. Benché soffrissi, sapevo che il capocronista non lo faceva per cattiveria. Anzi. Il fatto è che io ero, e sono, negato a scrivere. E se non mi avevano ancora licenziato era solo per il mio zelo nel raccogliere notizie in giro per la città. Continua
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