La mia camera era quasi in fondo a un corridoio interminabile e poco illuminato; circa ogni venti metri tenui lampade violacee proiettavano fasci di luce sul tappeto rosso. Giusto a metà, in corrispondenza di una di queste lampadine, c’erano da una parte la scala, dall’altra la doppia porta a vetri del locale.
Indossata una vestaglia, uscii nel corridoio ch’era deserto. Ed ero quasi giunto alla toilette quando mi trovai di fronte a un uomo pure in vestaglia che, sbucato dall’ombra, veniva dalla parte opposta. Continua
da LA BOUTIQUE DEL MISTERO di Dino Buzzati
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