Là fuori, nell'acqua fredda, lontano dalla terra, aspettavamo tutte le sere l'arrivo della nebbia, e la nebbia arrivava, e noi alimentavamo il meccanismo d'ottone accendendo il faro antinebbia nella torre di pietra. Sentendoci come due uccelli nel cielo grigio, il signor McDunn e io mandavamo la luce a scrutare il buio esterno, rossa, poi bianca, poi di nuovo rossa, alla ricerca delle navi.
E se le navi non vedevano la nostra luce, c'era sempre la nostra voce, il grande urlo profondo della nostra sirena per la nebbia che vibrava fra gli stracci di foschia, facendo fuggire spaventati i gabbiani, simili a un mazzo di carte sparpagliate, e ribollire le onde alte e schiumose.
Continua
di Ray Bradbury da MOSTRI DEL CIELO E DELLA TERRA di Autori Vari
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