L'uomo anziano, chino su una scrivania, calò rabbiosamente il pugno su un fascio di cianografie e, spinta indietro la sedia, si mise a camminare su e giù per la stanza a gran passi. Era una notte fosca e piovosa di un martedì, e in lontananza si sentiva brontolare il tuono. L'uomo si avvicinò alla finestra e alzò lo sguardo al cielo nero, per riabbassarlo poi sulle sparse della città. Poco dopo si staccò dalla finestra e tornò a sedersi alla scrivania, lisciandosi distrattamente i lunghi baffi non più di moda che gli incorniciavano la bocca. John Titor
da L'UOMO CHE VENIVA DAL FUTURO di Wilson Tucker
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