da ASPARAGI E IMMORTALITA' DELL'ANIMA di Achille Campanile
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domenica 11 maggio 2014
IL TROVATELLO
Giacomo entrò nella piccola trattoria dei pasti a prezzo fisso, ordinò, si mise a mangiare. Il luogo era deserto. C'era una luce malinconica, verdastra. Un'aria di miseria. I lumi avevano i vetri smerigliati. Non si udivano rumori. Pareva che gli orologi fossero fermi. O che lì dentro il tempo non passasse da anni. Il resto del mondo e la vita sembravano lontani da quel luogo. In fondo, ritto come i cavalli che dormono in piedi, stava Aristide, cameriere triste, con la barba di un giorno e una marsina impataccata e troppo grande per lui. Leggi Tutto
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